mercoledì 9 dicembre 2009

la verità sui siti

ecco come nel libro si racconta quali sono le probabili prossime centrali nucleari

Il maggiore “indiziato” ad ospitare un impianto elettronucleare è Montalto di Castro. Già zona nucleare dopo la costruzione di una centrale mai entrata in funzione a causa del referendum popolare del 1987 , negli anni successivi, a fianco del sarcofago a prova di fine del mondo che avrebbe dovuto contenere i reattori da 1600 MW, fu costruita dall'Enel un'altra centrale a policombustibile, la Alessandro Volta, la più potente d’Italia, con 3600 mw di energia. Grande quattro volte di più e costituita da una orrenda ciminiera alta 150 metri che si può ammirare da decine di chilometri come uno sberleffo agli ambientalisti, è costata 7mila miliardi delle vecchie lire ed è nata già vecchia, visto che non era a ciclo combinato, come quelle che venivano costruite allora in tutto il mondo; ma soprattutto: ha costi di esercizio insostenibili, tanto che oggi resta accesa soltanto 2 o 3mila ore l’anno, sulle teoriche 8600, perché l’energia prodotta è troppo cara. E quindi sono proprio le strutture mai utilizzate dell'ex centrale nucleare e quelle realizzate nell'impianto policombustibile – che a questo punto potrebbe venire smantellato – a rendere ancora più appetibile il sito viterbese per il ritorno all'atomo. Si tratta delle prese a mare di raffreddamento dei reattori nucleari e della rete di distribuzione da 3.300 mw, oltre ad una lunga lista di opere minori, il cui valore è stimato in due o tre miliardi di euro. A tutto ciò si aggiunge il progetto del grande corridoio stradale che congiungerà il porto di Civitavecchia, sul Tirreno, a Mestre, sull'Adriatico. Una grande via di comunicazione che, per lunghi tratti, si sovrapporrà all'Aurelia. L'ideale per trasportare il combustibile. C’è spazio per almeno i due reattori. E infatti l'interesse dell'industria nucleare verso Montalto di Castro è stato confermato dalla visita nel sito del presidente e direttore generale dell'Edf (Electricité de France) Pierre Gadonneix, accompagnato da alcuni dirigenti Enel subito dopo la firma dell'accordo tra il premier Silvio Berlusconi con il presidente francese Nicolas Sarkozy sulla fornitura di reattori nucleari d'oltralpe, in caso di ritorno al nucleare in Italia.

Il secondo indiziato è la zona della parte costiera della provincia di Rovigo, nella vasta zona intorno a Porto Tolle: diecimila abitanti, è il sesto comune della provincia per numero di abitanti. Si trova nel cuore del Delta del Po, è il terzo del Veneto per ampiezza dopo Venezia e Cortina d’Ampezzo ed è completamente circondato dalle acque del fiume e del mare Adriatico. La denominazione del territorio, sul quale c’è stata anche una grande alluvione nel 1966 (e questo, in teoria, sconsiglierebbe la costruzione di un impianto nucleare con EPR), raggruppa numerosissimi piccoli paesi, ed anche semplici corti contadine, disseminati tra le tre principali isole: Isola della Donzella, Isola di Polesine Camerini e Isola di Ca' Venier. Si trova all'estrema punta della foce del Po, a cavallo tra i rami principali di Maistra, di Pila e Gnocca. Gran parte del comune è due metri sotto il livello del mare. È già presente una centrale termoelettrica ad olio, quella di Polesine Camerine, la cui ciminiera, con i suoi 250 metri, è la più alta d'Italia e rientra tra le prime 150 al mondo

Visto quello che si è scritto in questi giorni verrebbe da dire: Diffidate delle imitazioni! ;-)