martedì 24 agosto 2010

Promesse...

Il sottosegretario Stefano Saglia al meeting di Cl ha fatto questa dichiarazione:
"A ottobre presenteremo in consiglio dei ministri un decreto legislativo sulla strategia energetica nucleare e a inizio 2011 pensiamo di poter dare un quadro stabile di regole con le garanzie per le imprese che investono"


tra le garanzie c'è anche quella che il governo arriverà a fine legislatura?

lunedì 23 agosto 2010

1, 10 Bushehr

Sono stato criticato da alcuni lettori per la scarsa presenza della vicenda Iran sia nel libro sia nel blog. Non è volontà di nascondere una parte delicata del pacchetto nucleare, ma una precisa scelta. Il libro parlava di nucleare civile, usato per produrre elettricità. Il criterio adottato a livello internazionale, dall’Aiea in giù, è tenere le due cose separate: si sostiene e si accompagna qualunque governo voglia aprire una centrale nucleare, ma si blocca tutto di fronte al sospetto di un uso militare della tecnologia civile. Come scrivo nel libro, anche la storia dimostra che l’evoluzione tra le due applicazioni è parallela e senza nessuna connessione funzionale. In poche parole: avere delle centrali non ti rende più facile avere la bomba e viceversa spendere miliardi per farsi un arsenale nucleare lascia ben poco spazio per un reattore civile.

L’avvio della centrale nucleare di Bushehr conferma questa regola. Il reattore costruito e gestito dai russi è un grande successo diplomatico e politico. Dimostra che la comunità internazionale è in grado di concedere a chiunque, persino ad un regime aggressivo come quello dell’Iran, la possibilità di avere l’energia nucleare. Anzi come segnala bene nell’intervista Joseph Cirincione alla Stampa, proprio il modello “chiuso” promosso dai russi è quello che dà maggiori garanzie sul reale utilizzo dell’uranio arricchito in entrata e del plutonio in uscita. Teheran avrà l’elettricità, ma non gli elementi radioattivi e in termini puramente razionali, toglie ad Ahmadinejhad tutti i motivi per avviare degli impianti di arricchimento in casa.

Impianti che invece continuano a essere costruiti, anche senza la foglia di fico di un possibile impiego dell’uranio prodotto per scopi civili. Perché la volontà di “farsi la bomba” non c’entra niente con le centrali.

venerdì 20 agosto 2010

Ma quale rinascimento?

Istituto dell'energia americano ha messo on line le ultime statistiche sul consumo di uranio negli Usa, cioè il più grande produttore di energia atomica nel mondo.
Il risultati, per molti versi soprendenti, dicono due cose: il rinascimento nucleare non c'è. La domanda di uranio negli ultimi cinque è crollata del 25%. Colpa della recessione, ma naturalmente la domanda di petrolio non è crollata in maniera paragonabile (-11,4%), nè altrettanto male è andato il consumo di elettricità, pur nei suoi momenti di estrema volatilità.

Dunque il nucleare ha perso il treno della grande speculazione degli idrocarburi e non ha invertito una tendenza alla marginalizzazione nel mercato statunitense. Ora, con il prezzo del greggio bloccato nel canale 70-85 dollari da quasi due anni e il gas naturale a prezzi bassissimi, la spinta ai nuovi impianti si sta di nuovo affievolendo.

Non penso che sia determinante, ma va notato che il vantaggio di prezzo che l'uranio ha nei confronti del petrolio si è ridotto. Il costo di una libbra di uranio arricchito costava 15 dollari nel 2005, ha avuto un picco nel 2008 (59 dollari) ed è tornato a 55 ritirandosi meno velocemente degli idrocarburi suoi concorrenti

mercoledì 18 agosto 2010

Come va la tela, Penelope?

La legge sul nucleare ha compiuto un anno. Quanto tempo è stato perso e quanto invece si è avanzato verso l’obiettivo della prima centrale italiana?
Per uscire, almeno un po’, dalla totale arbitrarietà dei giudizi, mi avventuro in un gioco.
La legge 99/2009 metteva in fila tutta una serie di tappe e adempimenti azzardando anche dei tempi di realizzazione, il gioco consiste nel dare un punteggio ad ogni “pezzo” in base alla sua importanza dell’intero puzzle nucleare, lo chiameremo “Valore potenziale” (Vp).
Se tutto fosse stato fatto alla perfezione e nei tempi previsti il punteggio finale sarebbe 100
Invece sarà il valore reale (Vr) a rispecchiare quanto in realtà è stato fatto in quella determinata categoria.
Andiamo ad incominciare

Agenzia nucleare Vp 24,
Ne abbiamo parlato tantissimo e quasi sempre per segnalare i ritardi. Una pratica che doveva essere chiusa prima della fine del 2009 e che ancora oggi è in alto mare. Lo statuto è stato pubblicato, forse è stato trovato anche il
presidente, Umberto Veronesi. Considerando che ci vorranno mesi per renderla operativa e che la sua assenza ha di fatto bloccato ogni progetto operativo è un grosso punto dolente, un nodo strategico su cui si è molto lontani anche solo da metà strada
Vr 8 (generosi) punti

Decreti attuativi Vp 16

Su questo fronte tempi più o meno rispettati, passi importanti sono stati il meccanismo delle compensazioni ai comuni, mentre mancano ancora le delibere Cipe sulle tecnologie ammesse e sui requisiti dei consorzi di
costruzione. Passaggi tecnicamente facili perché saranno cuciti in base alle richieste degli stessi pretendenti.
Vr 12 punti

Corte costituzionale Vp 12
La sentenza della Consulta sulla legge, molto favorevole al governo, ha tolto dalla strada l’incognita di un “blocco” giudiziario del progetto, probabile che anche il contro ricorso intentato da Scajola contro le leggi regionali anti atomo avranno esito analogo
Vr 12 punti

Rapporti con gli enti locali Vp 12
La vittoria della carte bollate alla Consulta non ha chiuso il braccio di ferro con le regioni, anzi se è possibile lo ha peggiorato. I pareri della Conferenza Stato-Regioni sono poco più di un inutile orpello, la concertazione non è nemmeno iniziata. L’unica strategia concepita è di trovarne uno o due governatori disponibili quando si dovrà scegliere sul serio. Non è una scelta saggia perché di armi per bloccare i cantieri ne hanno ancora parecchie
Vr 0 punti

Costruttori Vp 16
Quasi un eccesso di abbondanza, visto che oltre all’Enel è apparso un potenziale secondo costruttore (Gdf-E.on), così come non mancano le aziende fornitrici, di tutte le taglie e specializzazione. Segno che i dossier non
mancherebbero, se ci fosse un’agenzia...
Vr 16 punti

Riorganizzazione Sogin Vp 8

Il commissario si comporta come se fosse il presidente, mantiene l’ordinaria amministrazione e fa procedere il programma di decommissioning. Ci si aspettava qualcosa di più (la nascita di un soggetto industriale), ma almeno non ci sono stati passi indietro
Vr 4 punti

Informazione del pubblico Vp 12
Gli spot promessi da Berlusconi, le campagne progettate dall’Enel. Per ora si è visto poco e quel poco non ha prodotto effetti. Gli antinuclearisti dominano nella “produzione” di contenuti e alimentano un pregiudizio storico ben radicato, anche la doppia spinta pronucleare garantita dal lotta al riscaldamento globale e dall’alto costo del petrolio si sono affievoliti molto nell’ultimo anno
Vr 0 punti

Il risultato finale è 52/100, sufficienza risicatissima. A questa velocità, cioè la metà del previsto, la prima centrale la vedremmo nel 2028-30.

lunedì 9 agosto 2010

La soluzione filippina

Prendetela come monito, nulla più, ma questa storia potrebbe essere una clamorosa anteprima dell'avventura italiana nell'atomo

La centrale nucleare di Bataan, a 100 Km dalla capitale delle Filippine Manila, non ha mai prodotto un solo Kwh pur essendo pronta nel 1984. Dopo venticinque anni d'incuria è buona solo per far pascolare le pecore, il prato più costoso del mondo visto che il governo filippino ha pagato negli anni 2,3 miliardi di dollari alla Westinghouse.

Iniziata nel 1976 e bloccata nel 1979 perché dello stesso modello di quella che provocò l'incendio di Three miles island. L'unico reattore è stato completato allo stesso prezzo con cui Westinghouse si era impegnata a costruirne due. Ma nel frattempo l'allora presidente Cory Aquino decise che il nucleare non serviva (come fa notare l'articolo in realtà nelle Filippine i blackout sono all'ordine del giorno ormai da anni).

Le cause dei questo enorme spreco: l'estrema instabilità politica, corruzione, proteste interne, dubbi sulla sicurezza, difficoltà economiche del governo committente. Mi sembra che siamo già ben attrezzati.