lunedì 30 novembre 2009

"Energia Nucleare. Sì, grazie?" è in tutte le librerie


E' uscito. "Energia Nucleare. Sì, grazie?" approda in tutte le librerie, grazie a Castelvecchi (Tazebao, euro 16,50). "“A cosa serve, chi ci guadagna e perché in Italia è così difficile” recita il sommario. E' il primo libro di Luca Iezzi, giornalista economico che scrive per La Repubblica dal 2005, occupandosi di tematiche energetiche e delle società del settore. In precedenza ha fatto parte del gruppo di redattori fondatori del "Riformista" e ha collaborato con le principali testate finanziarie nazionali, "Il Sole 24 Ore", "Il Mondo" e "Capital".

La scheda del libro è qui.

mercoledì 25 novembre 2009

-4 La laica Germania, la fanatica Italia

La notizia, esemplare, arriva dalla Germania dove le centrali nucleari sono state un tema importante nella campagna elettorale fino alle elezioni di ottobre. I tedeschi hanno deciso nel 2003 di uscire gradatamente da questa fonte di energia. La coalizione rosso/verde (centrosinistra) proponeva di rispettare la tabella di marcia e chiudere i siti alla scadenza della licenza, se non affrettare l'intero programma.

I vincitori, popolari e liberali, hanno invece proposto la soluzione più furba: l'obiettivo è ridurre le emissioni di Co2 e per questo usiamo tutto ciò che può venir utile. Le rinnovabili sono al primo posto, il nucleare è comunque meglio di carbone e petrolio, il gas è indispensabile. Per chi la "promessa" di spegnere tutto entro il 2032 rimane, ma nel frattempo sfruttiamo quello che già abbiamo, non si rinuncia all'atomo finché fonti altrettanto prive di gas serra potranno sostituirli.

Oggi le agenzie italiane riportano l'intervista al quotidiano Bild del ministro dell'Ambiente, Norbert Roettgen (Cdu) secondo il quale "l'energia di origine nucleare si può utilizzare durevolmente solo se è accettata dalla maggioranza della popolazione: da decenni non è più così e, secondo me, questo atteggiamento non cambierà".

Di qui l'affermazione più forte "la scelta fatta nel 2003 è irreversibile". Va notato che quella scelta fu fatta da un governo di colore opposto all'attuale

Roettgen affermq che l'energia ottenuta da fonti alternative e rinnovabili come quelle eoliche, idriche e si origine solare "è ancora cara, ma i prezzi diminuiranno rapidamente".

Quanto al prolungamento della durata di esercizio delle centrali nucleari tedesche, che il governo nero-giallo si appresta a decidere, Roettgen ha spiegato che grazie a questa misura "una parte degli utili realizzati verranno investiti nelle fonti di energia rinnovabili".

Voi definireste il governo tedesco contrario al nucleare?
Il senatore Pd Roberto Della Seta, leader di Legambiente non resiste alla tentazione: " Anche illustri governi di centro destra governi di centrodestra e tutti i paesi industrializzati stanno scommettendo sull'efficienza energetica e sulle energie pulite come risposte al problema dei cambiamenti climatici e all'esigenza di ridurre la dipendenza dal petrolio e dai combustibili fossili, nel mondo c'è un solo leader politico più appassionato di Scajola e Berlusconi per l'energia nucleare: il presidente iraniano Ahmadinejad".

è solo questione di tempo perché qualche filonuclearista dica l'esatto contrario mettendo la Germania tra le nazioni sostenitrici delle centrali.

Dico la mia citando "ovviamente" il libro. "Il rinascimento nucleare è tutto qui: sostituzione e miglioramento progressivo delle centrali esistenti nessuno pensa che l’atomo forirà più di quanto già offre, né che dopo cinquant’anni di ricerche riuscirà a svolgere un ruolo più ampio. Le aspettative di lungo periodo ormai guardano altrove: al sole, allo sfruttamento delle forze naturali".

In Germania l'hanno capito. Noi?

martedì 24 novembre 2009

-5 Eccolo


SI presenta bene. Dentro è pure meglio

martedì 17 novembre 2009

-9 Ma vi serve questo libro? Decisamente

Sono stato alla "giornata di studio" organizzata dall'associazione italiana del nucleare. Avevo un po' di timore, lo ammetto, che dicessero qualcosa o che lo studio affidato all'Ispo di Renato Mannheimer dimostrasse che avevo sbagliato completa mente l'approccio del libro.
Invece sono stato entusiasta (anche se la cosa non mi fa onore) nel vedere che il livello del dibattito è arretrato esattamente come lo avevo trovato solo sei mesi fa. Nel sito Ain trovate tutte le risposte al sondaggio, ma le due notizie importanti si possono riassumere così:

1) gli italiani rimangono contrari alle centrali nucleari

2) sanno poco o nulla di queste misteriose costruzioni e ancor meno di quello che sta per succedere

Devo dire che tra gli esperti a consesso il clima non era molto migliore: sembravano un gruppo di reduci pieni che vivono ancora come se fosse il giorno dopo il referendum dell'87. Tra gli interventi dal pubblico segnalo la proposta di un referendum "di rivincita" rispetto a vent'anni fa, o uno più provocatorio che chieda l'abolizione dei sussidi alle energie rinnovabili. La cosa più inquietante è che l'associazione si è proposta per realizzare campagne d'informazione sul nucleare nelle regioni coinvolte.

Neanche Greenpeace riuscirebbe a dissuadere e a spaventare con la stessa efficacia

venerdì 13 novembre 2009

-10 " Nucleare, Sì grazie?"

10 giorni o 10 anni che vuoi che siano. Tra 10 giorni esce in libreria la mia fatica “Nucleare, si grazie?”. Tra 10 anni scopriremo se ho dato le risposte giuste.
Troppo comodo? Forse. Parleremo tanto di nucleare nei prossimi post e quindi utilizzo il primo per qualche considerazione preliminare: ho scritto questo libro per rispondere alla domanda “Ma davvero costruiscono di nuovo le centrali in Italia?”. Un po’ a sorpresa ho scoperto che l’interrogativo accomuna il presidente del consiglio e il cittadino che non sa (e non gli interessa saperlo) cosa c’è dietro il miracolo quotidiano della lampadina che si accende nel suo salotto ogni volta che preme l’interruttore.
Sarà un processo lungo e sostanzialmente cieco, con tanti di quegli interessi a spingere in direzioni opposte o anche solo tangenti, che nessuna della parti in causa potrà definirsi vincitrice o sconfitta al 100%.

Per questo ho deciso che schierarsi avrebbe solo contribuito a dare una spinta a questo strano treno ( o meglio, carrozzone?) che ha una destinazione, ma nessuna strada segnata. Una spinta che si sarebbe mischiata a decine di altre, ben più forti delle mie.
L’approccio più utile, utilizzato nel libro, in questa tribunetta telematica e di solito nei miei pezzi su Repubblica, è quello di cercare di rendere più trasparente l’intero processo: chi fa cosa, per quale motivo e quali conseguenza probabilmente creerà.
In “Nucleare, si grazie?” si mischiano notizie, informazioni tecnico scientifiche, confronto tra concezioni e politiche opposto e naturalmente parecchie opinioni sulle decisioni da prendere nel presente e del futuro.

Il blog alternerà post analoghi, con un ulteriore approfondimento che riguarda il peso che ha sull’immaginario l’idea stessa che si possa manipolare l’atomo: grandi paure e infinita speranza sulle capacità dell’uomo. L’atomica, dal ‘45 in poi ha pesantemente la psiche e la cultura dell’umanità, per molti, privi di informazioni specifiche, parlare di centrali significa affidarsi a quelle sensazioni. E anche per me dopo centinaia di ore di convegni e conversazioni, migliaia di pagine e due “passeggiate” vicino a noccioli in piena attività, non posso dire di esserne totalmente immune (non vedo perché dovrei).

A tutti auguro buon viaggio: non sarà lineare, definito, piacevole e alla fine non porterà nemmeno a nulla di concreto. Ma posso assicurare che ne varrà la pena.