Sono stato alla "giornata di studio" organizzata dall'associazione italiana del nucleare. Avevo un po' di timore, lo ammetto, che dicessero qualcosa o che lo studio affidato all'Ispo di Renato Mannheimer dimostrasse che avevo sbagliato completa mente l'approccio del libro.
Invece sono stato entusiasta (anche se la cosa non mi fa onore) nel vedere che il livello del dibattito è arretrato esattamente come lo avevo trovato solo sei mesi fa. Nel sito Ain trovate tutte le risposte al sondaggio, ma le due notizie importanti si possono riassumere così:
1) gli italiani rimangono contrari alle centrali nucleari
2) sanno poco o nulla di queste misteriose costruzioni e ancor meno di quello che sta per succedere
Devo dire che tra gli esperti a consesso il clima non era molto migliore: sembravano un gruppo di reduci pieni che vivono ancora come se fosse il giorno dopo il referendum dell'87. Tra gli interventi dal pubblico segnalo la proposta di un referendum "di rivincita" rispetto a vent'anni fa, o uno più provocatorio che chieda l'abolizione dei sussidi alle energie rinnovabili. La cosa più inquietante è che l'associazione si è proposta per realizzare campagne d'informazione sul nucleare nelle regioni coinvolte.
Neanche Greenpeace riuscirebbe a dissuadere e a spaventare con la stessa efficacia