mercoledì 27 gennaio 2010

Follow the money

Le regioni non vogliono le centrali, i comuni non vogliono le centrali. Le posizioni politiche sono nette, il parere al decreto legislativo sulle localizzazione sarà negativo. Il governo se lo aspettava e ha già dichiarato che tirerà dritto. Guardando più in profondità possiamo dire che al primo "giro" le generose compensazioni non hanno fatto vacillare il fronte antinuclearista delle regioni. Mentre un discorso diverso va fatto per i comuni: l'Anci ha scritto chiedendo sostanzialmente più soldi per i comuni del vecchio nucleare. Per coerenza Chiamparino non dovrebbe opporsi ai denari per i comuni del nuovo nucleare.

Quella di oggi non viene considerata una sconfitta dal governo la cui strategia è molto più pregamatica: ottenere dalla Corte Costituzionale una sostanziale conferma della legge e andare a costruire nelle sole regioni favorevoli: il Veneto non si è schierato con le altre regioni e li Lazio, con la Polverini, si piegherà alle necessità del governo dopo le elezioni di marzo.

lunedì 25 gennaio 2010

Volere è potere?

Il decreto sulla localizzazione delle centrali, il primo atto governativo che applica la legge sul ritorno delle centrali, è da una settimana al vaglio delle commissioni competenti. Sorprende la pochezza del dibattito al riguardo.
Lo stesso testo che ha fatto litigare i ministri Scajola e Prestigiacomo, e che ha fatto tuonare l'associazione dei comuni, ora passa quasi senza sussulti in parlamento. Uno dei pochi contributi tecnici di un certo rilievo è arrivato dall'istituto Bruno Leoni (qui riassunto da Carlo Stagnaro).

Il silenzio sull'argomento, ancora più clamoroso se messo in relazione con l'agitazione di giornali locali e nazionali che "tirano ad indovinare" i siti delle prossime centrali, ha una doppia spiegazione. Le regioni, specie la maggioranza che è contraria alla legge, non vuole intervenire ora per poter prostestare poi per lo scarso coinvolgimento. Il governo invece non si è ancora liberato da una certa dose di ambiguità: la sordine è utile per velocizzare o per affossare la pratica?
Senza cedere ad un inutile processo alle intenzioni, l'ennesimo slittamento dell'agenzia, ormai vero collo di bottiglia di tutto il procedimento, fa premio su tutte le dichiarazioni dei vari Scajola a Saglia. ll dossier nucleare è di fatto accantonato a dopo l'estate.

I cantieri non sono nemmeno stati aperti, le autorizzazioni nemmeno pensate e i ritardi si contano già in anni (uno per l'approvazione delle legge, un'altro, il 2010, per gli adempimenti preparatori).
C'è qualcuno che vuole ancora il nucleare?

venerdì 22 gennaio 2010

Ritardi e riassunti

L'influenza mi ha tenuto lontano dagli importanti eventi nucleari della settimana: l'incontro Enel-imprese in Confindustria e la riunione tra i grandi attori del settore nel centro Enea di Casaccia. Parlando con i presenti e qualche protagonista mi sembra di poter concludere che i "nuclearisti", Enel in testa, si sono rinfrancati per la presenza di così tante aziende non tanto per le ricadute pratiche di una platea di fornitori così vasta, ma proprio per la possibilità di creare un blocco d'interesse/opinione a favore del nucleare. Un po' come i sindacati sono serviti a contrastare nei momenti più duri l'opposizione alle centrali a carbone.
Basterà?

L'evento di Casaccia ha invece esposto una clamorosa contraddizione: l'Enea che lotta contro i ridimensionamenti/spacchettamenti/riorganizzazioni e vuole sfruttare il fatto di essere l'unica istituzione pubblica che può parlare di nucleare fornendo supporto tecnico per le autorizzazioni e le certificazioni. Proprio la legge sul nucleare prevede un'esproprazione di uomini e competenza dall'Enea all'Agenzia per la sicurezza nucleare che invece dovrebbe subentrare all'Enea. Ma i soldi per far partire l'agenzia non ci sono e quindi, tra mille ritardi e veti, quando nascerà l'agenzia sarà debole e disorientata. Morale della favola gli uffici saranno frammentati e le risposte dell'amministrazione confuse e inaffidabili. Inutile meravigliarsi poi che le autorizzazioni non vengano mai rilasciate nei tempi previsti

venerdì 15 gennaio 2010

Areva in serie B

La sconfitta negli Emirati subita un mese fa (ne abbiamo parlato qui e qui ) dall'intera cordata francese ha colpito l'anello debole: Areva.
Il Financial Times di oggi riporta che Il gruppo francese sta prendendo in considerazione l'ipotesi di produrre reattori più economici dopo che l'Epr sembra troppo costoso e mal visto dai vari governi

I manger francesi hanno rivelato al giornale che è iniziato una revisione dei prodotti della compagnia "per determinare se areva debba reintrodurre il più semplice reattore di seconda generazione cpr 1000, vecchio di 20 anni, tra i suoi prodotti per i paesi non abituati all'energia nucleare".
La revisione segue le dichiarazione di alcuni analisti esperti del settore, che hanno sconsigliato di proporre reattori al top della tecnologia ai paesi in via di sviluppo, che potrebbero preferire reattori più economici. Areva non ha rilasciato commenti ufficiali sulla questione.

Visto che l'Epr rimane il prototipo che vuole essere prodotto in Italia, viene spontanea la domanda: è solo per una questione di costi? O il fatto che ne a Flamanville, nè a Olkiluoto si è riusciti a concretizzare un progetto per ora solo sulla carta. I dubbi, fortissimi, delle agenzie di sicurezza finlandese e inglese su alcuni punti chiave dell'Epr dicono che il problema non è solo economico, ma anche tecnico.

giovedì 14 gennaio 2010

Spariti i fondi per l'Agenzia nucleare

La notizia la riporta il sempre informato quotidianoenergia: i 500 milioni di euro stanziati per avviare l'Agenzia per la sicurezza nucleare sono finiti tra i "residui passivi" delle casse del Tesoro. I soldi erano nel bilancio del 2009 e sono rimasti inutilizzati. Ora possono essere utizzati per altri utilizzi più urgenti.

Per nascere ora l'Agenzia avrà circa 1,5 milioni di euro l'anno per i prossimi tre anni. Un ulteriore ostacolo tecnico che appesantisce un'inerzia sempre più imbarazzante per il ministero dello Sviluppo economico, specie per i suoi continui tentativi di affermare che il nucleare è in piena corsa. Il decreto sulle localizzazioni è arrivato a fine anno solo per non far scadere al delega prevista nella legge, tra un mese, il 15 febbraio, quello stesso decreto dovrà essere approvato in via definitiva dal governo. A quel punto l'assenza di un'agenzia funzionante sarà clamoroso: si potrebbero presentare progetti di centrali senza sapere a chi sottoporli

mercoledì 13 gennaio 2010

Lazio Atomico 2: Emma non ci crede

La dichiarazione del candidato di centrosinistra alle regionali del Lazio sul nucleare chiude definitivamente la questione : "Ritengo che il programma nucleare del governo, che prevede una centrale nel Lazio, non sia utile in termini di costi-benefici. Piuttosto che spendere 25-30 miliardi per avere fra 10 anni il 4,5% dell'energia necessaria, è meglio raggiungere questo obiettivo con politiche di efficienza energetica. Si tratta di strade che inoltre porterebbero più lavoro per le pmi e gli artigiani penso alla produzione e installazioni di sistemi di isolamento, ai doppi vetri, alle energie rinnovabili. Sulla questione andavano ascoltati i cittadini, ma il governo ha già preso la decisione anche se penso che non sarà attuata".

La Bonino ha deciso di sfruttare al massimo la possibilità di trasformare la tornata elettorale in un referendum pro/contro la centrale a Montalto di Castro. L'avversaria Renata Polverini su questo tema per ora balbetta solo dei "Vedremo, valuteremo", che le fanno guadagnare la diffidenza dei contrari, ma non il sostegno degli atomo-entusiasti.
Mossa politicamente comprensibile, così come lo è la frase di pura propaganda che segue. Come i soldi di Enel o Edf possano finire agli artigiani che installano i doppi vetri è un vero mistero. Conti e Proglio senza possibilità di costruire le centrali in Italia dirotteranno quei soldi altrove, su tutti il secondo Epr in Francia e, per Edf, le centrali inglesi.

Da notare la stoccata finale al governo centrale: dà corpo ad una voce clamorosamente diffusa secondo cui nè il governo, nè l'Enel stanno facendo sul serio. Mi sembrano affermazioni lunari, ma in dietrologia sono stato sempre abbastanza scarso

lunedì 11 gennaio 2010

Lazio Atomico

La scelta dei candidati ha confermato il timore che nella campagna elettorale non ci sarà spazio per posizioni sfumate.

Centrosinistra contrario al nucleare e centrodestra favorevole.

Eppure le sfumature ci sarebbero e sono importanti.
La posizione della Bonino è comprensibile: "La mia non è una questione ideologica, ma di costi-benefici" ha dichiarato. Secondo lei costruire nuove centrali nucleari da zeo è troppo costoso rispetto ai vantaggi che porta: la sua è una valutazione politica e solo in parte economica. Certo si può contestarla, specie considerando che la Regione non è chiamata a investimenti diretti ( e nemmeno lo Stato), ma non confutarla del tutto.
Su posizioni analoghe si trovano governi nazionali di colori opposti come Spagna e Germania, con il particolare (non trascurabile) che per loro fortuna hanno delle centrali preesistenti che continuano a funzionare.

Renata Polverini non si è espressa personalmente, ha promesso lo farà entro la fine del mese, ma sarebbe decisamente sorprendente che sostenuta da Pdl e Udc, si scoprisse antinuclearista. Inoltre i sindacati, di tutti i colori hanno sempre guardato alle centrali come grandi opportunità per creare occupazione. La reticenza è dovuta alla convizione che dichiararsi a favore delle centrali possa far perdere dei voti. La Polverini potrebbe dichiararsi contraria se non ci fosse il progetto concreto di una centrale nella sua regione (esattamente come fu concesso a Cappellacci in Sardegna). Però Montalto è nel territorio che lei si candida a governare e quindi non si potrà esimere.

giovedì 7 gennaio 2010

La telenovela Polledri, Report, Sogin

Il procuratore di Piacenza ha chiesto il rinvio a giudizio per Milena Gabanelli querelata dal parlmentare leghista Massimo Polledri. Ora toccherà al Gip decidere se procedere o archiviare il tutto. Polledri si è sentito diffamato da una ormai famosa (almeno per chi si occupa di energia) puntata di Report del novembre 2008 in cui si indagava sulla pessima gestione delle scorie e delle operazioni di smantellamento dei vecchi siti. In particolare il politico piacentino veniva tirato in ballo per aver attaccato la Sogin (allora guidata da Carlo Jean) in una lettera, lamentando una scarsa qualità della comunicazione tra la società con i territori che ospitano le centrali. Problema risolto a Caorso con un contratto da 200 mila euro alla Integra solutions una società che nel frattempo curava la campagna elettorale di Polledri. L'allusione ad una "raccomandazione" ha fatto scattare la querela

La storia di Sogin, i guasti del carrozzone messo su dal generale Carlo Jean, e i tentativi successivi di recupero è raccontata diffusamente nel capitolo 4 del libro. Limitiamoci agli aggiornamenti. Innanzitutto, forse per chiarire quanto fosse campata in aria l'accusa, Polledri ha accusato la Gabanelli di aver fatto un giochetto molto simile a quello imputatogli dai giornalisti di Report. Alla Pm di Piacenza sono state consegnate una serie di mail in cui si dimostra che l'amministratore delegato della Sogin del 2008, Massimo Romano, ha ingaggiato una società di comunicazione la Ad Hoc (altri 200 mila euro) per gestire i rapporti con la stampa e per l'occasione "parare" la botta di Report. Secondo i difensori di Polledri la Gabanelli di sarebbe fatta "ammorbidire" dopo un pranzo con lo stesso Romano organizzato da Ad Hoc. E infatti nella puntata di Report il management di allora (Romano è stato rimosso ad Agosto 09) non veniva accomunato con gli sprechi dei suoi predecessori. La Gabanelli sta pensando di controquerelare.

Commento personale: Se l'accusa di Report a Polledri era il classico "teorema", la controaccusa del politico è semplicemente inconsistente. Se una qualsiasi società di Pr potesse indirizzare i servizi di Report, la trasmissione non sarebbe lo spauracchio di tutte le società italiane, terrorizzate solo dal fatto di essere citate visto che secondo il sentire comune Report parla male a prescindere. Tra l'altro il giudizio complessivo del servizio sul nucleare e su Sogin era del tutto negativo, quindi il messaggio finale della puntata era che la società, anch quando non spreca in maniera palese i soldi pubblici, è comunque inutile.
Se anche Report, oltre a molti altri giornalisti (io sono tra questi, ma valutazioni analoghe sono apparse sul Sole 24 ore e sul Corriere della Sera) ha considerato la gestione Romano un netto miglioramento rispetto alle precedenti, vuol dire che qualche dato di fatto c'è. Anche se cedere alla dietrologia è sempre la strada più facile, perché rende la verità solo un "punto di vista", per di più fortemente influenzato da pregiudizi e posizioni politiche

La vicenda non meriterebbe tutto questo spazio se non fosse che sempre più voci mi dicono che i destini di Polledri e del nucleare italiano continueranno ad intrecciarsi.

lunedì 4 gennaio 2010

Centrali: il governo ha scelto Garigliano?

"Il Governo ha già deciso di realizzare la centrale nucleare presso l'ex centrale dismessa del Garigliano. Bene ha fatto il Consiglio regionale campano prevedere una norma che impedisca la realizzazione di una nuova centrale nucleare sul nostro territorio", dicono il commissario regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ed il segretario provinciale di Caserta Lello Aveta. «Il nostro sostegno a questa norma è stato e sarà determinato. Le polemiche tra consiglieri regionali - si sottolinea - dimostrano la fondatezza del pericolo che da settimane stiamo lanciando sopratutto se, come ci risulta, il governo farà ricorso. Per quanto riguarda gli ambientalisti sosterremo ogni iniziativa contro la realizzazione di un nuovo impianto che dai sopralluoghi che stanno avvenendo nelle ultime settimane da parte di tecnici del governo e dell'Enel sarà situato presso l'ex centrale atomica del Garigliano (provincia di Caserta)».

«Il sito - evidenziano i Verdi - è stato definito idoneo anche perchè non è mai stato smantellato e bonificato dalla sua chiusura avvenuta nel 1981». Francamente, un po' poco: tutti i siti ex nucleari della prima stagione dell'atomo all'italiana non sono stati bonificati, o meglio: non è avvenuta la messa in sicurezza delle scorie perché si sta ancora cercando il sito più idoneo ad ospitarle. Garigliano è uno dei candidati, ma ad occhio per ora le preferenze dell'Enel, di EdF e del governo si orientano verso altri luoghi.