La scelta dei candidati ha confermato il timore che nella campagna elettorale non ci sarà spazio per posizioni sfumate.
Centrosinistra contrario al nucleare e centrodestra favorevole.
Eppure le sfumature ci sarebbero e sono importanti.
La posizione della Bonino è comprensibile: "La mia non è una questione ideologica, ma di costi-benefici" ha dichiarato. Secondo lei costruire nuove centrali nucleari da zeo è troppo costoso rispetto ai vantaggi che porta: la sua è una valutazione politica e solo in parte economica. Certo si può contestarla, specie considerando che la Regione non è chiamata a investimenti diretti ( e nemmeno lo Stato), ma non confutarla del tutto.
Su posizioni analoghe si trovano governi nazionali di colori opposti come Spagna e Germania, con il particolare (non trascurabile) che per loro fortuna hanno delle centrali preesistenti che continuano a funzionare.
Renata Polverini non si è espressa personalmente, ha promesso lo farà entro la fine del mese, ma sarebbe decisamente sorprendente che sostenuta da Pdl e Udc, si scoprisse antinuclearista. Inoltre i sindacati, di tutti i colori hanno sempre guardato alle centrali come grandi opportunità per creare occupazione. La reticenza è dovuta alla convizione che dichiararsi a favore delle centrali possa far perdere dei voti. La Polverini potrebbe dichiararsi contraria se non ci fosse il progetto concreto di una centrale nella sua regione (esattamente come fu concesso a Cappellacci in Sardegna). Però Montalto è nel territorio che lei si candida a governare e quindi non si potrà esimere.