Oggi entra in vigore il decreto sui criteri di localizzazione, una buona occasione per fare un bilancio di quanti passi avanti ha fatto il programma nucleare nazionale. Molto poco in realtà.
Regolazione: l'agenzia è ancora dispersa, niente statuto, niente presidente, nessun componente certo. Le ultime dicono che prima dell'incontro bilaterale del 9 aprile Italia-Francia sarà già tutto fatto. Considerando improbabile che il governo faccia un passo ufficiale sull'atomo prima delle elezioni del 28 marzo (renderebbe il pericolo centrali concreto nella mente dell'elettore più smemorato), i tempi diventano stretti. Magari nasce il primo aprile
Costruttori: Sempre il nove aprile dovrebbe esserci un passaggio cruciale se Areva e Ansaldo nucleare chiuderanno l'accordo per far entrare l'azienda italiana nella costruzione dell'Epr. In un sol colpo salterebbe l'ipotesi di un secondo consorzio (capitolo 3 Chi) alternativo ad Enel Edf e convoglierebbe i pochi investitori interessati (Gdf Suez, A2A e qualche altra municipalizzata) nell'unica cordata seria. Da rilevare che finora gli ex nemici Enel e Edf si stanno mostrando degli alleati leali e affidabili.
Accettazione locale: se è possibile si è fatto qui si sono fatti diversi passi indietro. L'aver rinunciato a parlar bene del nucleare in campagna elettorale è un esempio di incoerenza e cinismo imbarazzante per il Pdl. Non penso che pagherà visto che gli stessi esponenti "nuclearisti" del centrodestra si sono affrettati a definire "elettorale" l'opposizione del loro partito. Qualche giorno fa in un comunicato Scajola si lamentava: " In Italia siamo ancora vittima di una paura dovuta ad una disinformazione tutta ideologica. Dobbiamo spiegare meglio ai nostri cittadini che il nucleare è necessario, perché è una fonte che assicura energia a prezzi competitivi e nel rispetto dell’ambiente". Perché non farlo attraverso i candidati alle regionali? Rinunciare significa ammettere che il nucleare è rischioso, dire il contrario tra due mesi sarà ancora più controproducente