martedì 25 gennaio 2011

Prodi ha le idee chiare, come me

L'ex presidente del consiglio ha partecipato a Bologna ad una presentazione del libro di Clò "Si fa presto a dire nucleare". La tesi di Clò alla fine è che l'Italia e l'atomo si sono separati per non reincontrarsi mai, più per colpa nostra (gli italiani) che per colpa dell'atomo, ma tant'è, quel che è stato è stato e dobbiamo farcene una ragione.
Il posto del nucleare lo ha ormai preso il gas (da sempre al primo posto delle preferenze di Clò) non ha senso economico e industriale tornare indietro.
E Prodi che ne pensa?
Il treno nucleare lo abbiamo perso e quando si è perso un treno è molto difficile corrergli dietro.
Bisogna correre molto molto forte. La mia posizione è molto semplice: quanto costa? Quali sono le incertezze nel futuro? Ne abbiamo bisogno avendo capacità produttive in eccesso? Dobbiamo rispondere a tutte queste domande, poi si potrà dire sì o no. Sono stato uno dei pochissimi ai vecchi tempi a votare a favore del nucleare, perchè l'Italia aveva una capacità tecnica. Adesso che non c'è più, quanto costa rifarla? Quanti anni ci mettiamo? Perchè dobbiamo garantire noi la sicurezza dei cittadini. Non bisogna mai essere teologici in queste cose.


Insomma, ringrazio il Professore per essere riuscito a sintetizzare in poche righe una posizione così problematica e articolata da far impallidire i troppi punti interrogativi del mio libro!
Anche se me lo ricordavo più deciso sulla convenienza di salire sul treno dell'Epr francese