martedì 18 gennaio 2011

I numeri non dicono bugie, ma nemmeno la verità

Conosco per mestiere la falsa credibilità che danno i numeri: snocciolare qualche cifra a sostegno delle proprie tesi è la soluzione migliore. Difficilmente il tuo avversario ha la prontezza di contestarti nel merito, e se lo fa il pubblico non ha gli strumenti per capire chi ha ragione. Quindi alla peggio si pareggia.
Da quando mi occupo di nucleare vedo applicare questo meccanismo in maniera sistematica e sofisticatissima. Si usano gli stessi dati, da fonti ufficiali e "terze", per dimostrare una tesi e il suo opposto, senza neanche aver bisogno di "aggiustarli" a proprio favore. Il vero trucco sta nel mostrare il numero, inoppugnabile e neutrale, ed attaccarci un "e quindi..." del tutto arbitrario, una conseguenza possibile spacciata per l'unica conseguenza possibile.

L'occasione di smontare un po' questo meccanismo me l'ha data Newclear, in questo post sulle centrali nucleari in costruzione. Piccolo disclaimer: non è un attacco a loro o ai pro nuclear in generale, in questo campo nessuno è senza peccato. Lo stesso giochetto si potrebbe fare anche su questioni tanto care agli ambientalisti, come quando "dimostrano" che una centrale è troppo costosa. Diciamo che un esercizio utile a crearsi qualche difesa in vista di una campagna referendaria accanita.

Dunque l'ultimo censimento dell'Aiea dice che a gennaio sono in costruzione 66 centrali nucleare in tutto il mondo. Numero esatto e inoppugnabile da cui l'autore del post conclude: "Sicuri che nessuno costruisce più?" confutando la tesi anti secondo cui il nucleare è "vecchio", sopravvive dove è sovvenzionato ma è ormai fuori mercato. E naturalmente anche loro hanno dei numeri a sostegno, targati anch'essi Aiea. In questo report di settembre i reattori in costruzione erano 60, ma soprattutto si fa notare che 11 di questi risultano in costruzione dagli anni '90 e solo tre di questi hanno qualche speranza di essere mai conclusi. Non mancano i governi che annunciano (Filippine, Bulgaria) e mai concludono i progetti.
Negli ultimi vent'anni solo una manciata di reattori sono arrivati a produrre elettricità : per la precisione 12 in 5 anni, la media più bassa da 45 anni. Se non è un declino questo... L'atomo ha perso più di un giro mentre i consumi mondiali crescevano: copriva il 7% della domanda di energia primaria a cavallo del decennio 90 e ora è sceso al 5,7%.
I nuclearisti avranno gioco facile nel ribattere: "il rallentamento è un'eredità del passato superato dal Rinascimento di questi anni: di quei 66 cantieri 22 sono stati aperti negli ultimi due anni e i 5 reattori entrati in linea solo nel corso del 2010 sono il miglior risultato del decennio".
Se non siete ancora convinti che con gli stessi numeri si può dire tutto e il suo contrario, faccio un passo in avanti. Che lezione deve trarre l'Italia da questi 66 cantieri? Newclear suggerisce che la scelta del governo italiano si inserisce in trend mondiale consolidato. Ma tutti i 22 nuovi cantieri 2008-09 sono concentrati in tre sole nazioni: Cina, Russia e Corea del Sud. L'altro grande costruttore è l'India. Il quartetto concentra 49 dei nuovi cantieri. Nel resto della compagnia solo Giappone e Francia hanno profili di consumo simili ai nostri.
E' tutto chiaro, nel mondo costruiscono 66 centrali e quindi...
Già, e quindi?