Su Repubblica ho raccontato il progetto di Ge e Ansaldo per riaccendere Caorso. General Electric è fuori dalla prima xordata di costruttori (Areva) e persino dall'improbabile seconda cordata (Westinghouse). Per loro la riapertura di una centrale di seconda generazione è una mossa disperata, ma inevitabile. La reazione di Scajola e dell'agenzia a questa proposta "indecente" sarà interessante.
Invece per fare il punto della situazione vi consiglio questo scritto per affari e finanza di lunedì
Un bellissimo approfondimento lo ha fatto anche il sole 24 ore sabato scorso con Federico Rendina e Jacopo Giliberto. Ci sono reportage da Flamanville e Olkiluoto molto interessanti, ma niente link perché l'archivio del quotidiano è protetto da un costoso paywall.
Penso non fare troppo danno citando una parte dell'articolo che parla dell'agenzia e che mi trova particolarmente d'accordo:
Si discute, perfino si litiga, non solo sul nome del presidente (lo stimato scienziato Maurizio Cumo? Il senatore e ingegnere nucleare, intimo di Berlusconi, Guido Possa?) ma anche sulla sede ( Milano? Genova? Trieste? in ogni caso non Roma, pare). La partenza dell'Agenzia è questione «urgentissima» ma il Consiglio dei ministri ne parlerà solo «nelle prossime settimane» affermava giovedì il sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia, stemperando un po' l'attesa creata dal ministro Claudio Scajola: varo «imminente». «Davvero imminente» faceva eco la collega dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, rimbalzando a Scajola l'ennesima versione riveduta corretta del testo che palleggia tra i ministeri.
Un testo che mostra un impianto strategico a luci e ombre, commentano peraltro gli esperti della materia. Ci sarà un direttore generale forte e coordinerà lavori, ispezioni è delibere. Ma che in ogni caso dovrà vedersela con quello che molti considerano un vizio d'origine potenzialmente pericolosi: l'agenzia non sarà un vero organo indipendente, come era stato annunciato e promesso. Sarà un'agenzia governativa a tutti gli effetti. Dipenderà direttamente da Palazzo Chigi. E quindi dalla politica del momento. Unica, piccola, consolazione: i tempi si stanno talmente protraendo che forse c'è spazio anche per qualche opportuna correzione di rotta.