domenica 11 aprile 2010

Pimby, come ci riescono

Due storie di ordinario Pimby (please in my backyard). In Svezia e Inghilterra le comunità si fanno concorrenza per ospitare centrali o depositi di scorie. I sindaci festeggiano come se avessero ottenuto l'incarico di organizzare le olimpiadi.

Come ci riescono? Non credo c'entri nulla la maggior "freddezza e raziocinio" dei popoli nordici, visto che qualcosa del genere sta succedendo in Spagna . Proprio l'esperienza spagnola ci suggerisce che nemmeno la diffidenza verso lo stato centrale, o una spiccato senso autonomistico rappresentano un ostacolo insormontabile.

La reazione delle popolazioni è simile in tutto il mondo: diffidenza iniziale, la tendenza ad affrontare la questione in termini di "principio" (Nucleare si/no). Man mano che l'eventualità si fa concreta (in questo è decisivo il lavoro delle aziende e degli enti promotori) i cittadini e gli amministratori, smettono di considerare il tema in astratto e si parla concretamente degli effetti sul territorio (spazio occupato, sussidi, lavoratori del posto, questioni sociali, immobiliari). A questo punto la "centrale" smette di essere diversa da un'autostrada, una fabbrica, un magazzino.
Nei reportage di Nyt e Telegraph sembra che per il caso svedese (Osthammar diventerà sede del deposito) le motivazioni ambientali, come la lotta al cambiamento climatico, pesino più che nel caso inglese dove Anglesey vuole soprattutto accapararsi gli incentivi riservati alle sedi delle prossime centrali britanniche.

Se l'incentivo economico e la convinzione dell'utilità del nucleare sono gli ingredienti obbligatori, si capisce perché in Italia sarà più difficile trovare dei candidati così entusiasti. L'accesso agli incentivi è molto più facile (nel senso che si possono ottenere in molti altri modi e per iniziative molto meno impattanti), mentre l'atomo gode di una reputazione pessima e ci vorranno anni per cambiare la percezione generale su questa fonte di energia.
Non ci sono scorciatoie per raggiungere il consenso, anche se i nuclearisti italiani sembrano convinti di poterle trovare