venerdì 30 aprile 2010

Il compagno russo

Due tardive notazioni tecniche sull'accordo tra Enel e Inter Rao Ues per la costruzione di una centrale nucleare a Kalinigrad.

La prima la rubo a Bloomberg, che sottolinea il primato della società di Fulvio Conti. Saremo i primi stranieri a possedere una quota del nucleare russo. Roba da libri di storia, ma anche l'ennesima dimostrazione che Putin ci considera alleati ultraffidabili. Lascio ad ogni singolo lettore il giudizio se questo sia un punto di merito per l'Italia o meno

La seconda è il Vver 1200, nuova generazione (terza, ma di certo meno avanzata dell'Epr) dei reattori russi. L'apporto della collaborazione di Siemens dovrebbe aiutare, ma nessuno vede nei russi un prossimo ritorno alla leadership tecnologica del settore. Quindi aggiungerà poco alle competenze delle varie " scuole ingegneristiche" nucleari Enel si sta accaparrando. Da un digiuno ventennale ora Enel è passata a gestire e progettare impianti di seconda generazione Westinghouse (Spagna) e Rosatom (Slovacchia), il tanto decantato Epr e ora il VVer, una varietà che non ha eguali tra i concorrenti. Sarà un arricchimento per i loro ingegneri, ma non so quanto ha senso dal punto di vista economico-industriale.

Scajola e la difesa nucleare

Non avrei voluto parlare della vicenda immobiliare del ministro dello Sviluppo economico. La mia opinione (e che non è neanche un giudizio di merito sulla vicenda) è che tirar fuori la dietrologia, "i disegni", è la forma più debole di difesa che si potesse trovare, anzi una mezza ammissione di colpa. Dopo averla sentita centinaia di volte in questi anni, ormai la "traduco" così: " Visto che tutti fanno qualcosa di illegale o di politicamente impresentabile, il fatto che le mie malefatte siano diventate pubbliche è la dimostrazione che c'è qualcuno che manovra contro di me".

Il sovvertimento dei riferimenti "etici" è totale: il sottobosco dell'arricchimento personale, delle spartizioni e dei favori viene considerato "normale", mentre finire sul giornale è una violazione della propria privacy. Le raccomandazioni e i regali per i figli (il ragionamento vale sia che Scajola sia colpevole o innocente) sono indice di amore paterno, mentre se i giudici "mettono in mezzo la famiglia" sono i soliti avvoltoi cinici.

Ancor meno credibile è agitare lo spettro della lobby antinucleare, troppo scalcinata e improvvisata per metter su una trappola del genere. Sottolineo che qui gli assegni a favore del venditore della casa comprata da Scajola non sono un'illazione degli investigatori ma sono già stati recuperati e acquisiti, le date coincidono, le testimonianze anche. Quindi nell'ipotesi più garantista (il ministro era all'oscuro di tutto) a ordire la macchinazione sarebbe stato il costruttore Anenome e le persone a lui vicine. Nessuno di loro noto per la passione ecologista.

martedì 27 aprile 2010

L'ha detto Berlusconi...

Per gli "esperti" o anche solo "appassionati" di nucleare i titoli dei giornali di oggi sono incomprensibili. Berlusconi ha incontrato Putin e gli ha detto due cose: continueremo ad importare gas dalla Russia, qualunque cosa succeda al prezzo, e in più l'Enel ti darà una mano a costruire un centrale atomica il cui scopo è quello di esportare l'elettricità in Europa.

Invece, un lettore occasionale si convince che Putin ci darà una mano a costruire le nostre centrali. Non solo, le parole del nostro premier sul programma nazionale (cantieri aperti entro il 2013, sforzo per convincere la popolazione) confermano una linea che il suo stesso governo si sta impegnando a smentire nei fatti con i ritardi e i battibecchi sull'agenzia.

Sorprende ancor di più il credito dato alle parole del Cavaliere che notoriamente negli incontri internazionali tende ad "improvvisare" prese di posizioni epocali un po' su tutto (pensioni, guerre, pace in medioriente, tagli delle tasse). Parole che raramente si trasformano in linea politica.

Fossi uno di quelli che lavora seriamente ogni giorno al ritorno delle centrali in Italia, non solo non mi sentirei rassicurato o garantito, ma al contrario sentirei puzza di presa in giro.

mercoledì 21 aprile 2010

rassegna nucleare

Ho trascurato un po' il blog a causa del lavoro vero. Si inizia a parlare di centrali con notevole frequenza un po' ovunque.
Su Repubblica ho raccontato il progetto di Ge e Ansaldo per riaccendere Caorso. General Electric è fuori dalla prima xordata di costruttori (Areva) e persino dall'improbabile seconda cordata (Westinghouse). Per loro la riapertura di una centrale di seconda generazione è una mossa disperata, ma inevitabile. La reazione di Scajola e dell'agenzia a questa proposta "indecente" sarà interessante.

Invece per fare il punto della situazione vi consiglio questo scritto per affari e finanza di lunedì

Un bellissimo approfondimento lo ha fatto anche il sole 24 ore sabato scorso con Federico Rendina e Jacopo Giliberto. Ci sono reportage da Flamanville e Olkiluoto molto interessanti, ma niente link perché l'archivio del quotidiano è protetto da un costoso paywall.
Penso non fare troppo danno citando una parte dell'articolo che parla dell'agenzia e che mi trova particolarmente d'accordo:

Si discute, perfino si litiga, non solo sul nome del presidente (lo stimato scienziato Maurizio Cumo? Il senatore e ingegnere nucleare, intimo di Berlusconi, Guido Possa?) ma anche sulla sede ( Milano? Genova? Trieste? in ogni caso non Roma, pare). La partenza dell'Agenzia è questione «urgentissima» ma il Consiglio dei ministri ne parlerà solo «nelle prossime settimane» affermava giovedì il sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia, stemperando un po' l'attesa creata dal ministro Claudio Scajola: varo «imminente». «Davvero imminente» faceva eco la collega dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, rimbalzando a Scajola l'ennesima versione riveduta corretta del testo che palleggia tra i ministeri.
Un testo che mostra un impianto strategico a luci e ombre, commentano peraltro gli esperti della materia. Ci sarà un direttore generale forte e coordinerà lavori, ispezioni è delibere. Ma che in ogni caso dovrà vedersela con quello che molti considerano un vizio d'origine potenzialmente pericolosi: l'agenzia non sarà un vero organo indipendente, come era stato annunciato e promesso. Sarà un'agenzia governativa a tutti gli effetti. Dipenderà direttamente da Palazzo Chigi. E quindi dalla politica del momento. Unica, piccola, consolazione: i tempi si stanno talmente protraendo che forse c'è spazio anche per qualche opportuna correzione di rotta.

martedì 13 aprile 2010

Agenzia già insediata. Se lo dice wikipedia...

Alla faccia dell'informazione in tempo reale!
La voce agenzia per la sicurezza nucleare la celebre enciclopedia ci dice che l'Agenzia è già stata licenziata dal consiglio dei ministri e il relativo decreto firmato da Napolitano. Naturalmente c'è già anche il nome del presidente: Maurizio Cumo.

Nel mondo reale il decreto, pronto, non è stato ancora approvato dal consiglio dei ministri.
In attesa che il governo si adegui ai dettami di Wikipedia, sapete già come andrà a finire

domenica 11 aprile 2010

Pimby, come ci riescono

Due storie di ordinario Pimby (please in my backyard). In Svezia e Inghilterra le comunità si fanno concorrenza per ospitare centrali o depositi di scorie. I sindaci festeggiano come se avessero ottenuto l'incarico di organizzare le olimpiadi.

Come ci riescono? Non credo c'entri nulla la maggior "freddezza e raziocinio" dei popoli nordici, visto che qualcosa del genere sta succedendo in Spagna . Proprio l'esperienza spagnola ci suggerisce che nemmeno la diffidenza verso lo stato centrale, o una spiccato senso autonomistico rappresentano un ostacolo insormontabile.

La reazione delle popolazioni è simile in tutto il mondo: diffidenza iniziale, la tendenza ad affrontare la questione in termini di "principio" (Nucleare si/no). Man mano che l'eventualità si fa concreta (in questo è decisivo il lavoro delle aziende e degli enti promotori) i cittadini e gli amministratori, smettono di considerare il tema in astratto e si parla concretamente degli effetti sul territorio (spazio occupato, sussidi, lavoratori del posto, questioni sociali, immobiliari). A questo punto la "centrale" smette di essere diversa da un'autostrada, una fabbrica, un magazzino.
Nei reportage di Nyt e Telegraph sembra che per il caso svedese (Osthammar diventerà sede del deposito) le motivazioni ambientali, come la lotta al cambiamento climatico, pesino più che nel caso inglese dove Anglesey vuole soprattutto accapararsi gli incentivi riservati alle sedi delle prossime centrali britanniche.

Se l'incentivo economico e la convinzione dell'utilità del nucleare sono gli ingredienti obbligatori, si capisce perché in Italia sarà più difficile trovare dei candidati così entusiasti. L'accesso agli incentivi è molto più facile (nel senso che si possono ottenere in molti altri modi e per iniziative molto meno impattanti), mentre l'atomo gode di una reputazione pessima e ci vorranno anni per cambiare la percezione generale su questa fonte di energia.
Non ci sono scorciatoie per raggiungere il consenso, anche se i nuclearisti italiani sembrano convinti di poterle trovare

sabato 10 aprile 2010

Propaganda

Un paio di considerazioni sparse dopo il vertice "atomico" Italia-Francia.
L'accordo tra Ansaldo Energia e Areva elimina un grosso ostacolo al progetto del governo italiano. Non ci sarà una guerra di tecnologie, l'Epr alimenterà sicuramente i primi 4 reattori che verranno costruiti in Italia. Se ne serviranno altri e se ci sarà spazio per una seconda cordata entreranno in campo anche i concorrenti. In questo momemto l'andamento dei consumi, l'eccesso di capacità delle centrali italiani e la crescita delle rinnovabili rendono questa eventualità molto lontana nel tempo.
Il prossima tappa a giugno, quando dovrebbe arrivare la prima sentenza della Corte Costituzionale sui ricorsi delle regioni contro la legge "sviluppo".

Nella conferenza Berlusconi Sarkozy mi ha fatto sorridere il riferimento all'uso della televisione, per far comprendere agli italiani quanto le centrali nucleari siano utili, sicure ed ecologiche. Si useranno materiali creati dalla tv francese e altri preparati ad hoc. Dubito che l'offensiva mediatica andrà molto oltre qualche "pubblicità progresso" sponsorizzata da Palazzo Chigi. Nel caso contrario temo che gli oppositori dell'atomo possano mettersi l'anima in pace: i potenti mezzi del "Grande Fratello Silvio" sono riusciti a far digerire agli italiani balle molto più grandi (tipo che la sinistra ha comandato in Italia per quarant'anni) di quelle che potranno mai dire sul nucleare.

mercoledì 7 aprile 2010

La pulizia all'inglese

Dovremmo prendere esempio.
Il meccanismo usato in Inghilterra per gestire il decommissioning e molto diverso da quello italiano, ma la riforma di Sogin e l'arrivo dell'agenzia lascia aperto lo spazio per rubare qualche buona idea.
I sudditi di sua maestà hanno 19 siti d'interesse nucleare (centrali funzionanti, centrali dismesse, depositi, centri di ricerca) tutti di proprietà della società statale Nda (Nuclear decommissioning autority). Poco prima di pasqua la NDA ha presentato un piano industriale per il prossimo anno di 2,8 miliardi di sterline, 1,5 servono solo per il centro di Sellafield,uno dei siti storici del nucleare europeo e ora uno dei più grandi centri di riprocessamento di scorie del mondo.

Meno della metà di questi soldi saranno pagati dai contribuenti: la Nda è monopolista per la vendita del combustibile e incassa dalla vendita dell'uranio arricchito 1,15 miliardi di sterline l'anno, altra fonte di reddito e la concessione dei siti bonificati per la costruzione di nuovi impianti l'anno scorso nel hanno assegnati tre incassando 387 milioni di sterline. Il costo del decommissioning è tenuto sotto controllo affidando a società private i lavori, si sfrutta così la concorrenza. Se i piani fossero rispettati, dei 73 miliardi di sterline stimati come "costo" complessivo dello smantellamento dell'attuale flotta nucleare Uk, il 50% arriverebbe da queste forme di autofinanziamento. Segno che non necessariamente le centrali spente sono un pozzo senza fondo in cui si gettano una marea di soldi pubblici

Cosa possiamo rubare? Di certo il monopolio della vendita dell'uranio arricchito. Sogin dovrebbe essere il gestore degli impianti di arricchimento, ma non è chiaro se Enel e Edf ( o chiunque altro) potranno approviggionarsi altrove (magari direttamente da Areva). Più difficile la vendita dei siti, sia per la loro indisponibilità nel medio periodo sia perché sembra difficile riutilizzarli per una nuova centrale. L'unica possibile eccezione è Caorso, ma è un discorso che si potrà aprire forse tra dieci anni.