lunedì 8 novembre 2010

Oggi il Vermont, domani tutti gli Usa

E' la centrale nucleare più odiate negli Usa: la Vermont Yankee di Montpelier. Vecchia (38 anni di attività), tanto che il Senato dello Stato la vuole consegnare definitivamente alla storia. Poco redditizia, tanto che il suo proprietario, la Entergy, l'ha messa in vendita senza neanche aspettare (ed evidentemente aspettarsi) un allungamento della licenza per altri 20 anni dopo la scadenza naturale prevista ora per il 2012. Alla Entergy sono stati chiari: o si vende o meglio chiudere subito. A completare la frittata ieri la centrale è stata fermata per un tubo che perdeva. Si tratta dell'ennesimo piccolo incidente di un anno difficile. La storia della Vermont Yankee diventerà presto esemplare: negli Usa non si construiscono nuove centrali dagli anni '70, da allora si sono fatti solo ampliamenti e manutenzioni.

Le nuove faticano ad arrivare, le stesse utilities americane hanno deciso che la terza generazione attualmente troppo costosa. Constellation ha abbandonato la joint venture creata con Edf che avrebbe dovuto portare l'Epr negli Usa. Edf ha rilevato il tutto, ma dovrà trovare un altro partner perché la legge americana impone che sia una società locale a gestire i lavori. Serviranno anni per ripartire.

Nel frattempo il dibattito Usa va nella direzione opposta: allungare le licenze anche a 80 anni la vita delle centrali esistenti. E' evidente come sia una risposta teorica ad un problema pratico (la necessità di mantenere un certo output elettrico da nucleare per non alzare troppo le emissioni) ed uno economico (il costo alto delle centrali che dovrebbero arrivare in sostituzione). E' evidente come questa ipotesi, per quanto tecnicamente perseguibile, si scontrerà con diversi ostacoli: il tentativo delle aziende elettriche di allungare anche centrali non all'altezza e la reazione negative delle autorità locali.

Insomma aspettiamoci decine di casi Vermont nei prossimi anni.