venerdì 5 novembre 2010

Il mondo all'incontrario

Ho letto con molto interesse il libro di Alberto Clò " Si fa presto a dire nucleare" (presto una recensione approfondita, promesso).
Come si può facilmente evincere dall'intervista rilasciata al Corriere, Clò vince il premio come "Nuclearista più atomo-scettico d'Italia". Forte della sua storia personale, spesa più volte a difendere la sicurezza e la validità delle centrali, l'ex ministro demolisce l'attuale progetto nazionale utilizzando argomenti condivisibili e facendo una profezia che suona come una maledizione: le centrali si faranno solo se pagate, in tutto in parte, da soldi pubblici. L'Enel e il governo hanno sempre negato con forza questa possibilità, sapendo che sarebbe una sorta di "arma finale" nelle mani dei contrari.
Ma la cosa che mi ha più colpito è che nel suo testo Clò cita gli studi di Greenpeace sull'economicità del nucleare
La cosa mi è tornata in mente leggendo l'intervista di Steward Brand sul sito di Repubblica.it.
Leggetevi la biografia linkata da Wikipedia per capire come questo uomo incarni l'icona del "Treehugger" degli anni 60-70. Ecologista, visionario, hippy e pacifista, Brand ora è diventato nuclearista. Non è mancanza di coerenza, per un uomo seriamente preoccupato del destino dell'ecosistema minacciato dal riscaldamento globale, l'energia prodotta dall'atomo, come spiega lui stesso, è di gran lunga il male minore.

Ricordate l'antica maledizione cinese: "Spero che possa vivere tempi interessanti". E' successo, contenti?