lunedì 15 novembre 2010

Scajola ci aveva visto giusto

Va riconosciuto all'ex ministro di aver avuto ragione: solo un anno fa mi spiegava che la Corte Costituzionale non sarebbe stato un ostacolo alla legge sul nucleare. Con due sentenze successive ha prima salvato la legge nazionale dai ricorsi delle regioni e ieri ha bocciato le leggi locali volte a bloccare gli insediamenti nei loro territori. Evidentemente, al contrario del suo principale, Scajola sapeva che il rosso delle toghe dei giudici costituzionali non è un'indicazione politica.

Evitata questa possibile causa di ritardo e fatta l'agenzia, la strada ora potrebbe sembrare in discesa se non fosse che siamo pronti per un'altra campagna elettorale in cui il nucleare tornerà ad essere un argomento su cui dividersi

Proposta giusta, paese sbagliato

Da noi sarebbe stato un colpo di genio per il fronte antinuclearista: http://www.corriere.it/esteri/10_novembre_15/germania-sesso-veto-nucleare-proposta-scrittrice_2a8b591a-f0a5-11df-9e3d-00144f02aabc.shtml

lunedì 8 novembre 2010

Oggi il Vermont, domani tutti gli Usa

E' la centrale nucleare più odiate negli Usa: la Vermont Yankee di Montpelier. Vecchia (38 anni di attività), tanto che il Senato dello Stato la vuole consegnare definitivamente alla storia. Poco redditizia, tanto che il suo proprietario, la Entergy, l'ha messa in vendita senza neanche aspettare (ed evidentemente aspettarsi) un allungamento della licenza per altri 20 anni dopo la scadenza naturale prevista ora per il 2012. Alla Entergy sono stati chiari: o si vende o meglio chiudere subito. A completare la frittata ieri la centrale è stata fermata per un tubo che perdeva. Si tratta dell'ennesimo piccolo incidente di un anno difficile. La storia della Vermont Yankee diventerà presto esemplare: negli Usa non si construiscono nuove centrali dagli anni '70, da allora si sono fatti solo ampliamenti e manutenzioni.

Le nuove faticano ad arrivare, le stesse utilities americane hanno deciso che la terza generazione attualmente troppo costosa. Constellation ha abbandonato la joint venture creata con Edf che avrebbe dovuto portare l'Epr negli Usa. Edf ha rilevato il tutto, ma dovrà trovare un altro partner perché la legge americana impone che sia una società locale a gestire i lavori. Serviranno anni per ripartire.

Nel frattempo il dibattito Usa va nella direzione opposta: allungare le licenze anche a 80 anni la vita delle centrali esistenti. E' evidente come sia una risposta teorica ad un problema pratico (la necessità di mantenere un certo output elettrico da nucleare per non alzare troppo le emissioni) ed uno economico (il costo alto delle centrali che dovrebbero arrivare in sostituzione). E' evidente come questa ipotesi, per quanto tecnicamente perseguibile, si scontrerà con diversi ostacoli: il tentativo delle aziende elettriche di allungare anche centrali non all'altezza e la reazione negative delle autorità locali.

Insomma aspettiamoci decine di casi Vermont nei prossimi anni.

domenica 7 novembre 2010

La grana delle scorie

Gli ambientalisti tedeschi e francesi stanno trasformando il viaggio delle scorie nucleari verso il sito di Gorleben in una battaglia campale. Qui un video degli scontri di domenica pomeriggio.
Notevoli i numeri dei manifestanti (30-50 mila) a seconda delle stime: si combatte sia contro il "commercio delle scorie" tra i due paesi, anche la trasformazione della ex miniera di sale di Gorleben da deposito provvisorio in definitivo. Il movimento verde e antinucleare in Germania sta ormai assumendo dimensioni eccezionali.

La cronaca è abbastanza cruda: scontri con la polizia nelle vicinanze e le forze dell'ordine in tenuta antisommossa, fumogeni, cannoni ad acqua e feriti tra i dimostranti. Alcuni manifestanti si sono incatenati ai binari, il percorso è stato cambiato più volte, ma senza riuscire ad evitare i momenti di tensione.

Mi permetto una valutazione personale: il movimento no-nuke ha chiaramente il diritto di protestare dove, come e quando meglio crede, ma coinvolgere i trasporti delle scorie mi sembra una contraddizione enorme. Sono i primi a dire che sono pericolose, che non vanno gestite con leggerezza, poi si rischia che il treno deragli, che le carrozze vengano danneggiate o peggio che qualcuno approfitti dell'assembramento per realizzare le tanto vagheggiate (e mai realizzate) bombe sporche.

venerdì 5 novembre 2010

La nuova agenzia ai raggi X

Nessuna sorpresa nella cinquina di nomine dell'Agenzia nucleare. Dopo tanta attesa non poteva andare diversamente, ogni inserimento dell'ultima ora avrebbe probabilmente rimandato ancora la decisione finale.

Confermato dunque lo squilibrio per cui i due "tecnici" sono scelti dal ministero dello Sviluppo, mentre l'Ambiente si affida a due giuristi (niente geologi, sismologi e cose così?). Non era previsto che ci fossero dei frenatori, ma con queste personalità coinvolte, nasce un struttura votata alla collaborazione con gli operatori piuttosto che un severo controllore.

Per Maurizio Cumo si tratta dell'ennesimo riconoscimento alla carriera, dopo aver rischiato di tornare come presidente della Sogin, o anche al posto di Veronesi, si siede al suo fianco.

Di un paio di generazioni successive è Enrico Ricotti, professore ordinario presso il Dipartimento Energia, Divisione Energia Nucleare del Politecnico di Milano. E' l'uomo della terza generazione, senza particolari simpatie per il modello francese.

Dagli uffici della Prestigiacomo sono arrivati Michele Corradino, Consigliere di Stato, è attualmente capo di gabinetto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Esperto di diritto amministrativo, sarà chiamato ad un lavoro delicatissimo visto che il meccanismo dei ricorsi e dei blocchi nelle procedure sono (come per tutte le grandi opere) tuttora l'arma più efficace nelle mani di enti locali e associazioni contro.

Stefano Dambruoso, magistrato, invece è un esperto di lotta al crimine organizzato. Si pensa che sia una particolare vigilanza su questo fronte quando si parlerà di nucleare?

Buon lavoro a tutti

Il mondo all'incontrario

Ho letto con molto interesse il libro di Alberto Clò " Si fa presto a dire nucleare" (presto una recensione approfondita, promesso).
Come si può facilmente evincere dall'intervista rilasciata al Corriere, Clò vince il premio come "Nuclearista più atomo-scettico d'Italia". Forte della sua storia personale, spesa più volte a difendere la sicurezza e la validità delle centrali, l'ex ministro demolisce l'attuale progetto nazionale utilizzando argomenti condivisibili e facendo una profezia che suona come una maledizione: le centrali si faranno solo se pagate, in tutto in parte, da soldi pubblici. L'Enel e il governo hanno sempre negato con forza questa possibilità, sapendo che sarebbe una sorta di "arma finale" nelle mani dei contrari.
Ma la cosa che mi ha più colpito è che nel suo testo Clò cita gli studi di Greenpeace sull'economicità del nucleare
La cosa mi è tornata in mente leggendo l'intervista di Steward Brand sul sito di Repubblica.it.
Leggetevi la biografia linkata da Wikipedia per capire come questo uomo incarni l'icona del "Treehugger" degli anni 60-70. Ecologista, visionario, hippy e pacifista, Brand ora è diventato nuclearista. Non è mancanza di coerenza, per un uomo seriamente preoccupato del destino dell'ecosistema minacciato dal riscaldamento globale, l'energia prodotta dall'atomo, come spiega lui stesso, è di gran lunga il male minore.

Ricordate l'antica maledizione cinese: "Spero che possa vivere tempi interessanti". E' successo, contenti?