Scampato pericolo? Il risultato del refendum ha allontanato di anni la possibilità di costruire centrali atomiche da noi. Molti nuclearisti che ho avuto modo di sentire nei giorni immediatamente successivi al voto hanno sottolineato che quella possibilità aveva smesso di essere realistica ormai da mesi. Anche il fallimento del quorum non avrebbe rilanciato il programma, la stessa Enel non considerava più possibile l'apertura del primo cantiere entro la fine della legislatura. Comunque la tentazione forte è quella di chiudere per sempre questo capitolo e non pensarci più.
Invece proprio l'ottimo risultato del referendum rende ancora più importante continuare a parlare di nucleare: la maggioranza degli italiani ha preso una decisione importante di politica energetica, ora bisogna lavorare per renderla realizzabile. L'ovvia - e probabilmente sensata- obiezione che gli elettori non avevano ben chiare le conseguenze di questa scelta sulla nostra bolletta, sul sistema di forniture di gas e petrolio, e persino sulla conformazione delle nostre imprese, rende ancora più urgente un'opera d'informazione. Grazie agli amici di Giornalettismo è già disponibile sulla rete una parte del mio libro che ragiona proprio su cosa succederà adesso e nel prossimo futuro in Europa.
L'Italia dovrà prendere una posizione precisa sul nucleare degli altri, nel resto dell'Ue e anche nelle immediate vicinanze. L'esatto opposto da quanto predicato dal governo nelle ultime settimane capace di varare un decreto in cui chiedeva all'Europa di decidere sulle nostre centrali futuro.
Poi c'è tutto il capitolo delle esplorazione delle alternative che al momento propone tre grandi interrogativi:1) La Germania riuscirà a spegnere le sue centrali? Nel libro spiego perché la grande sfida di Berlino non sarà quella di far crescere la quota di energia rinnovabile, ma di imparare a crescere senza aumentare i consumi energetici. 2) La prossima e benvenuta (dagli ecologisti nostrani) sempre crescente dipendenza dal gas avrà dei costi ambientali ed economici sostenibili?
3) Che fine ha fatto il cambiamento climatico? Dopo Copenhagen è sparita l'urgenza di tagliare le emissioni, i programmi procedono in ordine sparso, ma nei paesi avanzati sono evidentemente subordinati al ritorno della crescita economica e in quelli emergenti non hanno intenzione di fare più sforzi dei ricchi.
Saranno tempi interessanti.