Insisto: la terza generazione "plus", la più avanzata, quella degli Epr e degli Ap1000, sta mancando moltissime delle sue promesse e questo mina gran parte della spinta al rinascimento nucleare. L'ho esplicitato in un articolo su Repubblica un po' di tempo fa. Una tesi che non è piaciuta ai nuclearisti, come dimostrano i numerosi post di Newclear di questi giorni pieni di dati sulla buona salute del rinascimento nucleare.
La mia tesi è doppia, ma le obiezioni si concentrano sulla seconda parte: non è vero che i cantieri delle nuove centrali non ci sono e che il nucleare sta diventando marginale nel mix produttivo elettrico mondiale. Molto dipende dal sistema di riferimento: se si guarda alla capacità installata e all'energia prodotta in termini assoluti hanno ragione loro (ma solo per periodi dai vent'anni in su, altrimenti l'andamento è praticamente piatto dal 1996). Se invece si guarda alla "quota di mercato" del nucleare sull'elettricità prodotta la contrazione è innegabile sia sul passato che sulle stime future (lo dice Eia nel grafico 70 qui).
La parte più importante è anche quella meno contestata: la delusione della terza generazione. Che invece è confermata indirettamente dal fatto che il nucleare che "funziona" (o che almeno si vende) sta andando da tutta un'altra parte.
guardate questa tabella: sono i reattori in costruzione nel mondo divisi per compagnie:
Rosatom (Russia): 15
Korea Electric Power (S. Korea): 6
Westinghouse (U.S.): 5
Areva (France): 4
General Electric-Hitachi: 4
I leader del mercato sono dunque coreani e russi: vincono 21 a 13. E come sottolinea Business Week il successo nasce dai costi più bassi che possono garantire Rosatom e Kepco, visto che la grande maggioranza dei reattori vengono costruiti nei paesi emergenti.
Perché i paesi avanzati sono così indietro nell'ordinare "nuovo nucleare"? La crisi economica, certo, ma anche il fatto che se coreani e russi sono gli unici che dispongono di modelli economicamente sostenibili, allora Italia, Francia, Uk e Stati Uniti sono automaticamente in lista d'attesa. Per motivi politici e "reputazionali" quei costruttori da noi sono impresentabili. Almeno per ora.