Prima uscita di Umberto Veronesi da presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Non mi ha soddisfatto per niente. Sarà la solita storia dei tempi televisivi, ma l'impressione è che già abbia pregiudicato un bel pezzo della credibilità dell'istituzione che presiede. Innazitutto perché Fazio lo intervista in quanto "nuclearista", con buona pace del tentativo del professore di puntualizzare che lui semmai è dall'altro lato, un garante.
Più che un cane da guardia, un cane da compagnia.
Non riesce a dire in maniera chiara l'unica cosa che si era preparato: il nucleare ci sarà anche dopo Fukushima, e anche dopo il referendum italiano che dovrebbe tirarcene fuori, quindi meglio lavorare per ridurre i rischi e le conseguenze di questo tipo d'incidenti che gridare "Spegnete le centrali".
Non risponde alla domanda più diretta dell'accondiscendete Fazio "Perchè non investire quei soldi nelle rinnovabili?" Domanda legittima che meritava una risposta, fosse anche solo "Non spetta a me decidere come e dove investire i soldi, il mio compito è che le centrali nucleari, se mai ce ne saranno, siano sicure".
Infine l'ultima parte sulle centrali di quarta generazione è una stupidata, infatti era scritta nel programma del Pd del 2008 :-)
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