mercoledì 16 marzo 2011

Sciacalli e lezioni

Siamo ancora lontani dal capire la vera entità dell'incidente di Fukushima, ma di certo l'effetto politico più forte lo stiamo registrando in Germania con lo spostamento dei democristiani tra gli scettici. Il partito della Merkel ha vinto le elezioni due anni fa promettendo di evitare la progressiva chiusura delle centrali decisa dai socialisti, invece in pochi giorni ha chiuso sette reattori e deciso il pensionamento definitivo dei due più vecchi. La forza di questa nuova posizione è tale da avere ripercussioni sull'intera Ue. La Germania non può far chiudere le centrali altrove, ma può influire pesantemente sugli standard di sicurezza europei e mettere fuori mercato molti progetti.

In questo senso è illuminante la storia dei paesi ex Urss: al momento dell'entrata della Comunità hanno accettato di chiudere le centrali " tipo-Chernobyl", ma poi il rinascimento nucleare ha riaperto i cantieri (vedi Slovacchia o repubblica Ceca) negli stessi siti per la gioia delle compagnie dell'Europa occidentale. Insomma quello che si decide a Bruxelles pesa e difficilmente si discosta dal pensiero dominante a Berlino. Faccio la previsione più ovvia: i termini dell'allungamento della vita delle vecchie centrali, dato ormai per scontato ovunque, sarà ripensato profondamente

Sorprende un po' l'atteggiamento della Francia, prima potenza del nucleare civile e principale esportatore di reattori al mondo. Sarkozy ha chiaramente detto che "Ci sono lezioni da imparare" da questa vicenda pur rimanendo convinto che l'atomo "sia la scelta giusta". Però sia i ministri che i portavoce dell'Asn si sono distinti per aver evitato ogni facile, o anche solo diplomatica, rassicurazione. L'Agenzia francese è stata la prima a dire che si sarebbe superato il livello 4 della scala Ines. E il vicedirettore Olivier Gupta ha spiegato perché il Il rischio di fusione del nocciolo del reattore è concreta: "I dispositivi per far fronte alle fusioni del nocciolo del reattore, ed una serie di procedure da attuare in queste emergenze, sono stati presi in conto solo dopo l'incidente di Three Mile Island (Usa,ndr.), nel 1979. Molti reattori nucleari nel mondo, compresi quelli della Francia, sono concepiti in questo modo".

Ammiro la trasparenza dei francesi, ma non riesco a pensare che in realtà, visto che l'alternativa al nucleare non c'è, ci sia la prospettiva di un enorme ammodernamento del parco centrali esistente. Un'opportunità di business mondiale.

Anche i futuri leader globali, dell'atomo, i cinesi, hanno deciso di sospendere temporaneamente le autorizzazioni, uno stop che prelude ad un giro di vite sugli standard di sicurezza. Anche se per i cinesi vale quello che tristemente ha affermato il primo ministro ucraino Mikola Azarov
solo i paesi ricchi possono permettersi ora di discutere l'abbandono del nucleare


Gambare Nihon!