Un po’ di lobbing, un po’ di verità e parecchia incertezza sul futuro delle fonti fossili.
Negli Usa i ceo di due grandi utilities, Entergy e Exelon, entrambi gestori di importanti flotte di centrali, hanno detto che i nuovi reattori sono troppo costosi.
Wayne Leonard di Entergy ha chiarito: “Le società non vogliono prendersi questi rischi perchè non sono controllabili”. La Entergy ha sospeso due richieste di licenza per centrali in Louisiana e Mississippi dopo che sono falliti i negoziati per ottenere finanziamenti dagli Stati in aggiunta a quelli attivabili a livello federale.
John Rowe di Exelon chiarisce qui che “Le centrali non hanno una possibilità in un mercato puro che non preveda un prezzo sull’anidride carbonica”. Leonard alza l’asticella e chiede almeno 50 dollari per tonnellata di co2 emessa.
In Europa, dove questo mercato è ben più sviluppato, i permessi di emissione non vanno oltre i 15-20 euro a tonnellata.
E’ evidente che allontanare il nucleare nel tempo serve a testare se l’amministrazione Obama e il congresso sono disposti a pagare di più per averlo. Un tentativo di mettere pressione sul nascente climate bill.
C’è però anche un problema strutturale: l’enorme quantità di gas “non convenzionale” (shale gas) che si sta scoprendo negli Usa. Con il petrolio a 70 dollari e il metano a livelli ancora più bassi l’industria nucleare viene riproiettata agli anni 90, quando le centrali semplicemente non convenivano.
In questo senso il “nemico blu” sembra davvero imbattibile: una legislazione che fa costare tanto la Co2 può mettere in difficoltà carbone e petrolio, ma non il gas.
mercoledì 26 maggio 2010
lunedì 24 maggio 2010
Il dilemma dei nuclearisti
Approfitto di questa tribunetta per ringraziare tutti gli amici e i colleghi (in particolare Stefano Costantini), venuti a parlare del libro a Lecce per il festival dell'Energia.
Il format del festival è collaudato e anche quest'anno, nonostante il tempo inclemente dei primi giorni, è stato un grande successo tra gli addetti ai lavori. Merito dell'organizzazione e delle bellezze della città.
Il pubblico della presentazione era tendenzialmente favorevole al nucleare, l'80% aveva interessi diretti
nel mondo dell'energia e dell'atomo. E' stato utile perché abbiamo parlato dei veri punti deboli del programma nucleare italiano. I dubbi si concentrano più sull'aggettivo "italiano" che non sull'aggettivo "nucleare".
Con il libro ho provato a fornire un'informazione equilibrata, dando ai lettori gli strumenti per essere meno diffidenti e sostituire un po' di consapevolezza al pregiudizio. Le critiche più forti che ho ricevuto dal fronte del "no" si concentrano su questo aspetto: avrei dato argomenti per minare il loro arsenale. Molti di quei ritornelli funzionano benissimo (le scorie, la concorrenza con le rinnovabili, la connessione con l'industria militare) anche se si mostrano deboli ad una analisi approfondita. Le mie critiche invece sarebbero troppo da addetti ai lavori, difficili da spiegare e da trasformare in mobilitazione contro le centrali.
Penso che sia un'obiezione centrata. Ho voluto trattare i miei lettori da persone consapevoli di vivere in un mondo complesso, dove le soluzioni prive di controindicazioni ci sono solo nelle pubblicità (ed in quei casi meglio correre a leggere le scritte in piccolo). Il pericolo di morire come a Chernobyl "si vende" bene e non ha bisogno di grosse spiegazioni. Al contrario parlare dei rischi per i consumatori di un mercato elettrico bloccato dalle centrali nucleari è noioso e complicato.
Ora però la palla passa ai sostenitori del nucleare: il loro dilemma si sta materializzando.
La vicenda dell'Agenzia, la "libertà di dissenso" concessa ai candidati delle regionali, la convinzione intermittente espressa da molti settori della maggioranza ha chiarito, se ce ne fosse stato bisogno, l'incapacità del governo di organizzare, rimanere coerente e sostenere l'intero progetto. I ritardi in parte erano stati messi in conto, ma anche quel margine si va esaurendo. Ora che anche il principale garante politico, Claudio Scajola, è fuori gioco, la tentazione è di accelerare per rendere troppo costoso a Tremonti e al resto del Pdl bloccare tutto. Significa autorizzazioni lampo, direttive tecniche scritte sotto dettatura di costruttori ed operatori, meccanismi di incentivazione e certificazione favorevoli alle centrali. Persino il mercato elettrico potrebbe subire qualche modifica ad hoc.
Gli ambientalisti non sono disposti a abbandonare le loro mezze verità, gli slogan semplici (e semplicistici) per non rischiare di rendere accettabile questa tecnologia. A cosa sono disposti a rinunciare i nuclearisti per il ritorno dell'atomo in Italia? Credibilità professionale (vale per i futuri regolatori e per noi comunicatori), consenso (vale per i politici), denaro e sicurezza di un ritorno economico (vale per gli operatori).
La mia convinzione è che nessuna scorciatoia è accettabile. Né pro, né contro
Il format del festival è collaudato e anche quest'anno, nonostante il tempo inclemente dei primi giorni, è stato un grande successo tra gli addetti ai lavori. Merito dell'organizzazione e delle bellezze della città.
Il pubblico della presentazione era tendenzialmente favorevole al nucleare, l'80% aveva interessi diretti
nel mondo dell'energia e dell'atomo. E' stato utile perché abbiamo parlato dei veri punti deboli del programma nucleare italiano. I dubbi si concentrano più sull'aggettivo "italiano" che non sull'aggettivo "nucleare".
Con il libro ho provato a fornire un'informazione equilibrata, dando ai lettori gli strumenti per essere meno diffidenti e sostituire un po' di consapevolezza al pregiudizio. Le critiche più forti che ho ricevuto dal fronte del "no" si concentrano su questo aspetto: avrei dato argomenti per minare il loro arsenale. Molti di quei ritornelli funzionano benissimo (le scorie, la concorrenza con le rinnovabili, la connessione con l'industria militare) anche se si mostrano deboli ad una analisi approfondita. Le mie critiche invece sarebbero troppo da addetti ai lavori, difficili da spiegare e da trasformare in mobilitazione contro le centrali.
Penso che sia un'obiezione centrata. Ho voluto trattare i miei lettori da persone consapevoli di vivere in un mondo complesso, dove le soluzioni prive di controindicazioni ci sono solo nelle pubblicità (ed in quei casi meglio correre a leggere le scritte in piccolo). Il pericolo di morire come a Chernobyl "si vende" bene e non ha bisogno di grosse spiegazioni. Al contrario parlare dei rischi per i consumatori di un mercato elettrico bloccato dalle centrali nucleari è noioso e complicato.
Ora però la palla passa ai sostenitori del nucleare: il loro dilemma si sta materializzando.
La vicenda dell'Agenzia, la "libertà di dissenso" concessa ai candidati delle regionali, la convinzione intermittente espressa da molti settori della maggioranza ha chiarito, se ce ne fosse stato bisogno, l'incapacità del governo di organizzare, rimanere coerente e sostenere l'intero progetto. I ritardi in parte erano stati messi in conto, ma anche quel margine si va esaurendo. Ora che anche il principale garante politico, Claudio Scajola, è fuori gioco, la tentazione è di accelerare per rendere troppo costoso a Tremonti e al resto del Pdl bloccare tutto. Significa autorizzazioni lampo, direttive tecniche scritte sotto dettatura di costruttori ed operatori, meccanismi di incentivazione e certificazione favorevoli alle centrali. Persino il mercato elettrico potrebbe subire qualche modifica ad hoc.
Gli ambientalisti non sono disposti a abbandonare le loro mezze verità, gli slogan semplici (e semplicistici) per non rischiare di rendere accettabile questa tecnologia. A cosa sono disposti a rinunciare i nuclearisti per il ritorno dell'atomo in Italia? Credibilità professionale (vale per i futuri regolatori e per noi comunicatori), consenso (vale per i politici), denaro e sicurezza di un ritorno economico (vale per gli operatori).
La mia convinzione è che nessuna scorciatoia è accettabile. Né pro, né contro
martedì 18 maggio 2010
A Lecce per il festival dell'energia (con libro)
Giovedì prossimo alla 18 sarò a Lecce, nella corte dei Cicala per parlare del libro con in direttore di Repubblica Bari Stefano Costantini.
La presentazione è un evento dell'ormai famoso festival dell'energia che in questo fine settimana raccoglierà un'infinità di esponenti nazionali e internazionali del settore.
Ci vediamo a Lecce
La presentazione è un evento dell'ormai famoso festival dell'energia che in questo fine settimana raccoglierà un'infinità di esponenti nazionali e internazionali del settore.
Ci vediamo a Lecce
giovedì 13 maggio 2010
Scoop veri e meno veri
Ha suscitato molto scalpore la notizia pubblicata da Reuters secondo cui l'Enel avrebbe deciso di costruire due reattori a Montalto e uno nella zona di Piacenza. Non mi sembra un grosso passo avanti. I colleghi della Reuters hanno ottenuto conferma da fonti Enel per una location, Montalto, in cima a tutte le liste da più di un anno. Fin lì c'eravamo arrivati. Dal punto di vista giornalistico il "vero scoop" sarebbe poter mostrare un documento di provenienza Enel, Edf o, meglio ancora, attribuibile al governo con il nome Montalto scritto in bella vista
Su Piacenza, o meglio Caorso, sono più dubbioso. Ho chiesto più volte a vari ingegneri se fosse possibile costruire un Epr (che necessità di grandi quantità d'acqua) sulle sponde di un fiume, anche se grande come il Po. La risposta è stata diversa: gli uomini Enel sono certi che si possa fare, molto più scettici gli altri. Quindi le fonti della Reuters sono affidabili, ma che sia una buona idea è tutto da dimostrare. E' un classico nodo che dovrebbe sciogliere l'agenzia-che-non-può essere nominata
Più interessante lo scoop del Quotidiano Energia (niente link perchè si fanno pagare), secondo cui Gdf Suez e E.on sarebbero ad un passo da unire le loro forze per costruire una centrale in Italia. Credo che il passaggio in Italia nei giorni scorsi (con tanto di convegno) di alcuni manager Westinghouse sia alla base di questa evoluzione.
La famosa seconda cordata avrebbe ora tutti puzzle al loro posto: due utility in grado di finanziare il reattore, un progettista e un modello di punta (l'Ap 1000) e un costruttore italiano (Ansaldo).
La prima cordata è "politicamente attiva" nello spingere il ritorno all'atomo italiano e quindi ci sarà in qualsiasi caso. Gli outsider aspettano di vedere se l'Italia fa veramente sul serio. Ad esempio se il ministro-che-non-c'è riesce a varare l'agenzia-che-non-può essere nominata
Su Piacenza, o meglio Caorso, sono più dubbioso. Ho chiesto più volte a vari ingegneri se fosse possibile costruire un Epr (che necessità di grandi quantità d'acqua) sulle sponde di un fiume, anche se grande come il Po. La risposta è stata diversa: gli uomini Enel sono certi che si possa fare, molto più scettici gli altri. Quindi le fonti della Reuters sono affidabili, ma che sia una buona idea è tutto da dimostrare. E' un classico nodo che dovrebbe sciogliere l'agenzia-che-non-può essere nominata
Più interessante lo scoop del Quotidiano Energia (niente link perchè si fanno pagare), secondo cui Gdf Suez e E.on sarebbero ad un passo da unire le loro forze per costruire una centrale in Italia. Credo che il passaggio in Italia nei giorni scorsi (con tanto di convegno) di alcuni manager Westinghouse sia alla base di questa evoluzione.
La famosa seconda cordata avrebbe ora tutti puzzle al loro posto: due utility in grado di finanziare il reattore, un progettista e un modello di punta (l'Ap 1000) e un costruttore italiano (Ansaldo).
La prima cordata è "politicamente attiva" nello spingere il ritorno all'atomo italiano e quindi ci sarà in qualsiasi caso. Gli outsider aspettano di vedere se l'Italia fa veramente sul serio. Ad esempio se il ministro-che-non-c'è riesce a varare l'agenzia-che-non-può essere nominata
martedì 11 maggio 2010
Pierluigi batti un colpo
Il Riformista ha pubblicato una lettera firmata da esponenti e simpatizzanti del Partito Democratico per riportare la principale forza di opposizione ad un atteggiamento più pragmatico nei confronti del nucleare.
Il passaggio che più mi piace della lettera è:
Si potrebbe scrivere un libro in cui si raccontano sia il risveglio a livello internazionale, sia le "forzature e i limiti dell'azione del governo italiano". Ci vorrebbe uno bravo però.
Mi concedo una rara autocitazione dalla conclusione del libro :
Da noi si tenta di giocare la carte del nucleare come alternativa alle rinnovabili. Un errore commesso ancha a Sinistra, dove riconquistare la propria base è una necessità superiore a quella di tentare educarla
Non credo che l'appello sortirà grandi effetti e ripensamenti, sia per la scelta della testata, il Riformista, segno che la posizione non è spinta da nessuna delle elites dirigenti del Pd, sia per la lista dei firmatari. Alcuni molto stimabili, ma di certo non dei pezzi da 90 del partito (non suoni come una critica, direi piuttosto un ulteriore punto di merito).
Il passaggio che più mi piace della lettera è:
Sebbene la legge che reintroduce la possibilità di utilizzo del nucleare contenga forzature e punti sbagliati e ci siano limiti nell’azione di governo per la realizzazione dell’annunciato programma nucleare, riteniamo che non sia in alcun modo giustificata l’avversione al reingresso dell’Italia nelle tecnologie nucleari .
Gli errori del Governo meritano una puntuale sottolineatura da parte dell’opposizione e le prese di posizione dei gruppi parlamentari del Pd nelle sedi competenti si sono ispirate a una logica di contestazione di merito.
È incomprensibile, invece, la sbrigatività e il pressapochismo con cui, spesso, da parte di esponenti del Pd, vengono affrontati temi che meriterebbero una discussione informata e con dati di fatto.
Si potrebbe scrivere un libro in cui si raccontano sia il risveglio a livello internazionale, sia le "forzature e i limiti dell'azione del governo italiano". Ci vorrebbe uno bravo però.
Mi concedo una rara autocitazione dalla conclusione del libro :
Da noi si tenta di giocare la carte del nucleare come alternativa alle rinnovabili. Un errore commesso ancha a Sinistra, dove riconquistare la propria base è una necessità superiore a quella di tentare educarla
Non credo che l'appello sortirà grandi effetti e ripensamenti, sia per la scelta della testata, il Riformista, segno che la posizione non è spinta da nessuna delle elites dirigenti del Pd, sia per la lista dei firmatari. Alcuni molto stimabili, ma di certo non dei pezzi da 90 del partito (non suoni come una critica, direi piuttosto un ulteriore punto di merito).
Claudio, già gli manchi
E' toccato al presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini dare voce ad un pensiero che accomuna tutto il fronte nuclearista: "Senza Scajola sarà più dura"
In realtà da quello che ha detto Guarguaglini è più articolato e ce lo racconta l'agenzia Radiocor
C'è addirittura chi parla di "processo congelato" in attesa del nuovo ministro o di indicazioni specifiche da Berlusconi
In realtà da quello che ha detto Guarguaglini è più articolato e ce lo racconta l'agenzia Radiocor
il ministro si stava impegnando molto e stava spingendo molto sulla ripresa del programma nucleare in Italia. Lo stesso Scajola, poi, era buon amico e aveva un rapporto molto forte con il suo collega francese. Un effetto dalle sue dimissioni ci potrà essere
C'è addirittura chi parla di "processo congelato" in attesa del nuovo ministro o di indicazioni specifiche da Berlusconi
domenica 9 maggio 2010
Un'immagine vale mille parole 2
Il rinascimento nucleare statunitense visto dai fotografi del New York Times
e con colpevole ritardo la puntata della Storia siamo noi sul nucleare italiano.
Da segnalare soprattutto l'intervista finale a Fulvio Conti, dove viene citato un importantissimo libro sulla materia (^_^)
e le sue argomentazioni utilizzate per mettere un po' in difficoltà l'amministratore di Enel.
e con colpevole ritardo la puntata della Storia siamo noi sul nucleare italiano.
Da segnalare soprattutto l'intervista finale a Fulvio Conti, dove viene citato un importantissimo libro sulla materia (^_^)
e le sue argomentazioni utilizzate per mettere un po' in difficoltà l'amministratore di Enel.
sabato 8 maggio 2010
Un'immagine vale mille parole
mercoledì 5 maggio 2010
Le scorie ce le teniamo volentieri
In arrivo la direttiva europea che vieta di stoccare fuori dall'Ue le scorie adioattive prodotte dai paesi membri. Il testo definitivo sarà pronto in estate, ma la decisione politica sembra ormai irreversibile.
Una scelta sconveniente ma doverosa per gli europei a più riprese corteggiati dai russi disponibili a ospitare le nostre scorie dietro pagamento
Il commissario all’energia Guenther Oettinger ha dichiarato: “La sicurezza è la nostra preoccupazione maggiore. Ma possiamo controllare solo ciò che succede dentro l'unione europea"
Putin nel recente incontro con Berlusconi ha ribadito questa disponibilità: "Siamo in grado di fornire anche combustibile nucleare e, cosa molto importante, siamo pronti a ritirarlo" dopo il suo utilizzo, ha detto il premier secondo l'agenzia russa Ria Novosti
La direttiva che sarà varata nella seconda metà dell'anno disciplinerà la gestione delle scorie (comprese quelle provenienti dai dispositivi elettromedicali) in tutte le fasi dal momento della loro generazione fino allo stoccaggio finale. L'individuazione dei siti potrà essere il frutto di una collaborazione fra diversi stati membri, per cui le scorie di un paese potranno essere stoccate in un altro paese dell'Ue, anche in considerazione delle possibili economie di scala.
Per ora, nota la commissione, per le categorie di scorie radioattive più pericolose, solo in alcuni stati membri sono stati fatti dei progressi nello sviluppo di progetti per lo stoccaggio geologico in profondità. In questi paesi (Finlandia, Svezia e Francia), è probabile che vi saranno dei depositi operativi entro il 2025, mentre germania e belgio potrebbero seguire entro il 2040.
Una scelta sconveniente ma doverosa per gli europei a più riprese corteggiati dai russi disponibili a ospitare le nostre scorie dietro pagamento
Il commissario all’energia Guenther Oettinger ha dichiarato: “La sicurezza è la nostra preoccupazione maggiore. Ma possiamo controllare solo ciò che succede dentro l'unione europea"
Putin nel recente incontro con Berlusconi ha ribadito questa disponibilità: "Siamo in grado di fornire anche combustibile nucleare e, cosa molto importante, siamo pronti a ritirarlo" dopo il suo utilizzo, ha detto il premier secondo l'agenzia russa Ria Novosti
La direttiva che sarà varata nella seconda metà dell'anno disciplinerà la gestione delle scorie (comprese quelle provenienti dai dispositivi elettromedicali) in tutte le fasi dal momento della loro generazione fino allo stoccaggio finale. L'individuazione dei siti potrà essere il frutto di una collaborazione fra diversi stati membri, per cui le scorie di un paese potranno essere stoccate in un altro paese dell'Ue, anche in considerazione delle possibili economie di scala.
Per ora, nota la commissione, per le categorie di scorie radioattive più pericolose, solo in alcuni stati membri sono stati fatti dei progressi nello sviluppo di progetti per lo stoccaggio geologico in profondità. In questi paesi (Finlandia, Svezia e Francia), è probabile che vi saranno dei depositi operativi entro il 2025, mentre germania e belgio potrebbero seguire entro il 2040.
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