Grandi cambiamenti nell'industria nucleare francese, e dunque anche in quella italiana. Ieri Sarkozy ha riunito il "Consiglio della politica nucleare" (alla faccia della libera concorrenza tra imprese) e ha ascoltato il rapporto commissionato all'ex presidente di Edf Roussely sulle difficoltà economiche e tecniche incontrate da Areva.
Sarkozy ha accolto le tesi di Roussely: Areva e il suo management hanno sbagliato tutto, da adesso in poi Edf deciderà la strategia specie quando si tratterà di vendere i reattori oltreconfine. I risultati parlano chiaro:Edf si è insediata in Italia, Inghilterra e Usa mentre Areva si è presentata da sola, con risultati disastrosi, in Finlandia e Emirati Arabi.
Altro giudizio oggettivo è quello del mercato con Anne Laveorgeon che da ormai un anno chiede soldi sui mercati internazionali (giapponesi, cinesi, kazaki hanno esaminato il dossier) senza risultato. Quel 15% del capitale da aumentare arriverà alla fine in gran parte da casse francesi, cioè Edf. A quel punto il commissariamento sarà completo.
Per quanto riguarda l'Italia interessante l'ennesimo votaccio riservato all'Epr. Anche Roussely, secondo le citazioni del rapporto fatte da Le Figaro, lo definisce "costoso e complesso". Areva sarà anche gestita male, ma come tutte le aziende se il prodotto di punta è un fallimento, difficile ottenere dei risultati. Infatti sempre più citazioni nell'ambiente francese sta guadagnando l'Atmea. Il progetto nato in semiclandestinità dalla collaborazione di Gdf-Suez e Mitsubishi e che proprio nella riunione di ieri ha ottenuto un via libera semi ufficiale da parte del governo. Appare sempre netta la necessità della Francia di trovarsi un'alternativa per costruire centrali magari più piccole e meno potenti, ma anche meno costose. Non ci sarà però una concorrenza interna, Areva, già presente con alcuni ingegneri sul progetto Atmea, sarà sempre coinvolti.