Per istinto (o forse solo spirito di corpo) tendo a diffidare di tutte le rilevazioni clamorose che vorrebbero spiegare come l'informazione predominante è frutto di un clamoroso complotto o un'operazione di cover up. Vale anche per l'incidente di Fukushima, che come tutti i suoi predecessori, sta alimentando una controinformazione che vuole disvelare gli effetti reali delle radiazioni.
Faccio una parziale eccezione (parziale perché si tratta di fonti giornalistiche) e segnalo due denunce importanti sui tentativi di minimizzare quello che è successo l'11 marzo. La più clamorosa è quello del Guardian che ha pubblicato alcune mail scambiate tra funzionari governativi e le società nucleari (Edf, Westinghouse) che vogliono costruire i reattori. Tentano di accordarsi su una linea di comunicazione che non pregiudichi il programma già avviato e già zoppicante ancor prima di Fukushima.
L'altro è questo articolo dell'Atlantic che nasce da un'indagine sul campo a Fukushima e riporta, sotto anonimato, le affermazioni di tecnici secondo cui il terremoto, prima dello tsunami, avrebbe provocato crepe e rotture nei tubi del reattore 1, compresi quelli dell'impianto di raffreddamento.
L'accertamento dei fatti sarà decisivo, per indebolire la versione ufficiale secondo cui il reattore ha retto, mentre la disposizione di elementi accessori (i generatori diesel di back up e le piscine del combustile esausto) sarebbero i responsabili dell'entità dell'incidente.