Stiamo vivendo il periodo più difficile dell'incidente Giapponese, quello in cui le conseguenze di lungo termine appaiono in tutta la loro grandezza e soprattutto non c'è speranza di scorciatoie o soluzioni veramente risolutive.
Una delle testimonianze più drammatiche degli ultimi tempi è sicuramente questo incontro tra oscuri e decisamente poco empatici funzionari governativi con i residenti della prefettura di Fukushima. La richiesta di un aiuto del governo per permettere a chi vuole trasferirsi altrove è sensata, ma la risposta dell'impiegato (come quella del governo centrale) è un irritante silenzio. Godetevelo dal sito Boing Boing
L'altro video, direttamente dal sito ufficiale dell'Aiea, vede il direttore Amano raccontare la situazione dalla palestra della centrale.
Se volete fare bella figura nei dibattiti estivi sul nucleare, non potete mancare il primo report "finale" sulla dinamica dell'incidente che è qui
lunedì 25 luglio 2011
martedì 5 luglio 2011
Quanti danni a Fukushima?
Per istinto (o forse solo spirito di corpo) tendo a diffidare di tutte le rilevazioni clamorose che vorrebbero spiegare come l'informazione predominante è frutto di un clamoroso complotto o un'operazione di cover up. Vale anche per l'incidente di Fukushima, che come tutti i suoi predecessori, sta alimentando una controinformazione che vuole disvelare gli effetti reali delle radiazioni.
Faccio una parziale eccezione (parziale perché si tratta di fonti giornalistiche) e segnalo due denunce importanti sui tentativi di minimizzare quello che è successo l'11 marzo. La più clamorosa è quello del Guardian che ha pubblicato alcune mail scambiate tra funzionari governativi e le società nucleari (Edf, Westinghouse) che vogliono costruire i reattori. Tentano di accordarsi su una linea di comunicazione che non pregiudichi il programma già avviato e già zoppicante ancor prima di Fukushima.
L'altro è questo articolo dell'Atlantic che nasce da un'indagine sul campo a Fukushima e riporta, sotto anonimato, le affermazioni di tecnici secondo cui il terremoto, prima dello tsunami, avrebbe provocato crepe e rotture nei tubi del reattore 1, compresi quelli dell'impianto di raffreddamento.
L'accertamento dei fatti sarà decisivo, per indebolire la versione ufficiale secondo cui il reattore ha retto, mentre la disposizione di elementi accessori (i generatori diesel di back up e le piscine del combustile esausto) sarebbero i responsabili dell'entità dell'incidente.
Faccio una parziale eccezione (parziale perché si tratta di fonti giornalistiche) e segnalo due denunce importanti sui tentativi di minimizzare quello che è successo l'11 marzo. La più clamorosa è quello del Guardian che ha pubblicato alcune mail scambiate tra funzionari governativi e le società nucleari (Edf, Westinghouse) che vogliono costruire i reattori. Tentano di accordarsi su una linea di comunicazione che non pregiudichi il programma già avviato e già zoppicante ancor prima di Fukushima.
L'altro è questo articolo dell'Atlantic che nasce da un'indagine sul campo a Fukushima e riporta, sotto anonimato, le affermazioni di tecnici secondo cui il terremoto, prima dello tsunami, avrebbe provocato crepe e rotture nei tubi del reattore 1, compresi quelli dell'impianto di raffreddamento.
L'accertamento dei fatti sarà decisivo, per indebolire la versione ufficiale secondo cui il reattore ha retto, mentre la disposizione di elementi accessori (i generatori diesel di back up e le piscine del combustile esausto) sarebbero i responsabili dell'entità dell'incidente.
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