giovedì 29 luglio 2010

Esplosioni francesi

Impazza la polemica in Francia. Il rapporto Roussely finisce sulla prima pagina di Le Monde
Sotto accusa i ritardi nel cantiere della centrale nucleare Epr di Flamanville la cui messa in linea potrebbe slittare di altri due anni (2014) e di conseguenza superare ampiamente il budget iniziale di 4 miliardi di euro.
Difficoltà e ritardi, sottolinea Le Monde, non hanno solo un impatto economico, ma offuscano anche l'immagine della filiera nucleare francese agli occhi dei potenziali acquirenti all'estero.

Le Monde sottolinea anche i ritardi del programma di gestione dei rifiuti definito da Roussely "il tallone d'Achille del nucleare francese".

Tempo di ripensamenti a Parigi, non sul nucleare in sè naturalmente, ma sui dirigenti, le scelte industriali e scientifiche.
Speriamo che scelgano bene, perché abbiamo già deciso di accettare qualunque cosa decidano.

mercoledì 28 luglio 2010

Roussely condanna Areva e l'Epr

Grandi cambiamenti nell'industria nucleare francese, e dunque anche in quella italiana. Ieri Sarkozy ha riunito il "Consiglio della politica nucleare" (alla faccia della libera concorrenza tra imprese) e ha ascoltato il rapporto commissionato all'ex presidente di Edf Roussely sulle difficoltà economiche e tecniche incontrate da Areva.

Sarkozy ha accolto le tesi di Roussely: Areva e il suo management hanno sbagliato tutto, da adesso in poi Edf deciderà la strategia specie quando si tratterà di vendere i reattori oltreconfine. I risultati parlano chiaro:Edf si è insediata in Italia, Inghilterra e Usa mentre Areva si è presentata da sola, con risultati disastrosi, in Finlandia e Emirati Arabi.
Altro giudizio oggettivo è quello del mercato con Anne Laveorgeon che da ormai un anno chiede soldi sui mercati internazionali (giapponesi, cinesi, kazaki hanno esaminato il dossier) senza risultato. Quel 15% del capitale da aumentare arriverà alla fine in gran parte da casse francesi, cioè Edf. A quel punto il commissariamento sarà completo.

Per quanto riguarda l'Italia interessante l'ennesimo votaccio riservato all'Epr. Anche Roussely, secondo le citazioni del rapporto fatte da Le Figaro, lo definisce "costoso e complesso". Areva sarà anche gestita male, ma come tutte le aziende se il prodotto di punta è un fallimento, difficile ottenere dei risultati. Infatti sempre più citazioni nell'ambiente francese sta guadagnando l'Atmea. Il progetto nato in semiclandestinità dalla collaborazione di Gdf-Suez e Mitsubishi e che proprio nella riunione di ieri ha ottenuto un via libera semi ufficiale da parte del governo. Appare sempre netta la necessità della Francia di trovarsi un'alternativa per costruire centrali magari più piccole e meno potenti, ma anche meno costose. Non ci sarà però una concorrenza interna, Areva, già presente con alcuni ingegneri sul progetto Atmea, sarà sempre coinvolti.

lunedì 26 luglio 2010

Veronesi passa, le ambiguità restano

Per i pochi distratti e vacanzieri: il famoso oncologo Umberto Veronesi ha sciolto le riserve e si avvia a diventare presidente dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare. Il Pd, partito di cui è senatore non l'ha presa bene, tanto che il segretario Pierluigi Bersani lo ha praticamente invitato a dimettersi. Il professore, favorevole da sempre all'energia prodotta grazie all'uranio, gli ha risposto per le rime, e ha anche chiarito perché e come ha intenzione di smettere di fare il senatore per fare da custode e da arbitro del rinascimento nucleare italiano.

Veronesi in quel ruolo piace all'Enel da lungo tempo, piaceva a Scajola e Saglia e ora è sostenuto dalla nuova referente politica dei nuclearisti, il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo. Il vantaggio è che il professore ha una fiducia reale e non strumentale nei confronti del nucleare e sarà ben contento di mettere la sua credibilità e i suoi successi professionali al servizio della causa. Un testimonial di primo livello, insomma.
Noi osservatori terzi possiamo chiedergli solo conservare il suo rigore scientifico e la sua indipendenza quando dovrà (e sicuramente dovrà) chiedere ai vari costruttori correzioni e miglioramenti nei loro progetti. L'idea che tanto rendeva attraente il nome di Veronesi è che il senatore Pd potesse rappresentare un ponte per assicurare un futuro bipartisan al progetto. Non ha retto alla prova dei fatti, ma Bersani, ed è la conseguenza più triste di tutta la vicenda, non è uscito dall'ambiguità di fondo.

Nella controreplica a Veronesi il segretario comincia con una bella dose di "benaltrismo"
"Ce n'è da fare di cose sull'energia, ma la strada è un'altra da quella che il governo sta prendendo. Quindi a Umberto Veronesi ho detto: professore, massimo rispetto per le sue scelte e la nostra stima lei ce l'ha tutta, senza meno, ma il rischio è di fornire alibi a un piano velleitario e inconcludente"

ma non arriva a dichiararsi contrario
"È giusto che l'Italia si infili nella prospettiva e nella tecnologia della ricerca sul nucleare. Ma il programma del governo Berlusconi è di approssimazione totale".

Ma allora non sarebbe stato meglio benedire Veronesi investendolo del compito di porre un freno a quell'approssimazione o quantomeno portare un po' di trasparenza? Sembra di no, anche perchè il Pd non si è spostato dal suo programma elettorale del 2008 e le centrali nucleari non sono previste. Su questo punto Bersani non sembra voler essere diverso da Veltroni se non per qualche sfumatura che rende tutto ancora meno chiaro.

venerdì 23 luglio 2010

Presentazione a Grado

Questa sera avrò l'onore di parlare del libro a Grado, nell'ambito della manifestazione "libri e autori".
Con me ci saranno il presidente dell'Autorità dell'Energia Alessandro Ortis e Franco Velonà (ex direttore ricerche Enel).
Per chi fosse nei paraggi l'appuntamento è alle ore 18.00 nel giardino del Gazebo in spiaggia GIT a Grado

Come antipasto potete sentirvi il podcast dell'intervista rilasciata a Radio punto zero Tre venezie (I punti interrogativi sono tutti sbagliati, che mi serva di lezione la prossima volta che scelgo un titolo ^__^)

martedì 6 luglio 2010

Sono francesi e governativi, ma non credono all'Epr

Tempi duri per Areva se anche le Figaro spara contro l'Epr. Secondo il più antico quotidiano francese anche a Flamanville i ritardi nella costruzione sono peggiori di quanto annunciato ufficialmente e presto Edf dovrà posporre di nuovo la data di apertura di 24 mesi.

Solo nell'edizione cartacea per la prima volta viene "spinta" la soluzione alternativa l'Atmea 1, nato da una collaborazione Areva-Mistubishi. La novità è che sarebbe Gdf Suez pronta ad avviare un cantiere per questo nuovo reattore francese

sabato 3 luglio 2010

Nucleare ben raccontato

Su Repubblica Tv si parla del libro di Maurizio Ricci. Un atlante ragionato e molto lungimirante su tutti i temi dell'energia di oggi e dei prossimi anni.

Dal minuto 15, va visto un Saglia che sfoggia l'ottimismo volontà (la sua, non quella del governo). La cosa più importante che dice è sul progetto Ge e Caorso. Saglia spiega: "Si può fare, ma sarebbe una scorciatoia rispetto a quanto abbiamo promesso agli italiani: i reattori di terza generazione". Dubito che gli italiani abbiano posizioni così sofisticate sul nucleare (seconda generazione no, terza sì). Quindi le promesse da mantenere sono state fatte ad altri.

Altro fronte interessante è quello degli amici di giornalettismo. Areva e Ansaldo nucleare in ritardo con il loro impegni con l'agenzia francese. Vanno sempre pungolati questi qui